5 maggio 2009

DIARIO DALL' ANGOLA - 4


SPERANZE DI PASQUA


LA VISITA DEL PAPA IN ANGOLA
Quello che ha chiamato l’attenzione di tutto il mondo sull’Angola è stata la visita del Papa Benedetto XVI nella capitale Luanda, dal 20 al 23 di marzo. Le diocesi e le comunità si sono preparate con studi e vigilie e hanno organizzato gruppi di 100 giovani e di 100 adulti per partecipare del grande evento; i mezzi di comunicazione nazionali hanno annunciato e accompagnato questa visita di maniera spettacolare; l’attenzione di tutti, nel paese, è stata diretta al Papa, per ascoltare da lui parole di incoraggaiamento, in vista di una costruzione più profonda della pace e della fraternità.
Durante la visita, il popolo ha manifestato um affetto tutto speciale per il Papa e lo ha accompagnato in tutti i momenti. Le parole del Papa sono state chiare e hanno indicato cammini futuri per la nazione, per i cattolici e per tutti gli uomini di buona volontà. La sua preoccupazione per la morte di due ragazze all’entrata dello stadio, prima di partecipare all’incontro dei giovani con il Papa (notizia che i mezzi di comunicazione locale non hanno neppure detto), ha dimostrato ancora di più il suo amore di Padre che si preoccupa di tutti.

UNA “POVERA” FESTA DI SAN GIUSEPPE
Povero San Giuseppe! Non avevo mai participato di uma festa di un patrono così dimenticato: la chiesa senza porte e senza finestre, le pareti tutte deteriorate, la nicchia senza statua (ho portato um poster con la stampa di San Giuseppe), due vasetti di fiori di campo sull’altare e nessuna processione; oltretutto, i giovani erano a scuola (che ha funzionato regolarmente) e molta gente a lavorare sui campi!
È successo nella città di Cangumbe, il giorno 19 di marzo. Sono arrivato là a mezzogiorno, dopo 4 ore di strada terribile, per causa del fango, delle pozzanghere e di buchi profondi. Hanno viaggiato com me 7 giovani del corale Maria Ausiliatrice, un evangelizzatore e 2 volontari italiani (appena arrivati per cominciare un lavoro di apicultura in quella comunità). Dopo aver dedicato un poco di tempo alle confessioni, è cominciato la celebrazione eucaristica. Meno male che erano venuti, dalle comunitá vicine, alcuni catechisti (facendo, a piedi o in bicicletta, da 15 a 60 km di distanza), perchè la gente della comunitá ha risposto poco all’invito!
Ho promesso a San Giuseppe che il prossimo anno la sua festa sarà più bella e, chi lo sa, con una chiesa più accogliente e/o con una bella statua: spero anche nella vostra collaborazione...


LINGUA LOCALE
Una delle difficoltá che incontro (potremmo dire che è la mia quaresima!) è la lingua locale, il chòkoe, una delle tante lingue di questa nazione e che fa parte delle lingue bantu. Com i bambini e i giovani é possibile intendesi, perchè studiano in portoghese nella scuola, ma con gli adulti è più difficile. I primi missionari (soprattutto benedettini), che hanno iniziato ad evangelizzare in queste terre, hanno già tradotto la bibbia e il messale e realizzato molti studi. Vari salesiani, che hanno lavorato qui in questi 28 anni di presenza, hanno imparato la lingua locale (compreso il Vescovo, che è un salesiano argentino e ha giá lavorato in questa parrocchia). Per me imparare questa lingua è una sfida! Ho giá cominciato a leggere in chókoe nelle messe (molto lentamente, como un bambino della prima elementare), ma non so proprio quando arriverà il giorno che riuscirò a capire quello che parla la gente! Per adesso mi sforzo di apprender qualcosa...


BICICLETTE PER I CATECHISTI
Mancando i mezzi di trasporto, anche uma bicicletta è importante! Con l’appoggio della diocesi, che ha ottenuto il finanziamento di un progetto per acquistare biciclette per i catechisti, possiamo offrire ai coordinatori dei villaggi questo piccolo mezzo di trasporto, che serve per visitare le famiglie e gli ammalati, per avvisare quelli che abitano nelle comunità più distanti dal centro e per partecipare degli incontri.
Um giorno sono rimasto ammirato quando ho visto arrivare José Muako, un catechista di uma comunità distante 80 km dalla città: aveva fatto 9 ore pedalando, e su una strada piena di buchi, per arrivare al centro della parrocchia a prendere i materiali necessari per la catechesi!
Um altro giorno è arrivato Isaías, un altro catechista, portando la sposa e il piccolo figlio nella bicicletta. Aveva bisogno di una visita medica nella città: ha impiegato di un giorno e mezzo per venire e un giorno e mezzo per ritornare a casa!
Anche le biciclette, qui, sono molto importati per evangelizzare e per fare carità...


ABELE, IL COSTRUTTORE DI PONTI
Ritornando da un viaggio siamo andati a cercare Abele, il costruttore di ponti in legno, per sapere della sua disponibilità a realizzare un’altra opera (la guerra ha distrutto tutti i ponti e adesso bisogna ricostruirli). Abbiamo incontrato Abele e la sua sposa ammalati e, nella povera capanna, i 6 figli tristi. Li abbiamo invitati ad venire al centro medico “Sig. Zatti” (che è della parrocchia, ma che è stato costruito e funziona con l’appoggio del VIS – organismo di voluntariato internazionale italiano, legato ai salesiani).
Il giorno dopo Abele, assieme alla sposa e a due figli piccoli, sono venuti per farsi visitare e a ricevere alcune medicine; dopo aver pranzato nella parrocchia, li ho portati di ritorno, fino alla loro povera capanna, a 20 km de distanza. Adesso Abele sta meglio e lavora. Speriamo che si fortifichi per continuare a costruire ponti e così unire le comunità e facilitare le comunicazioni...


MESE DELLA DONNA
Marzo é il mese della donna, qui in Angola, perchè, oltre al giorno internazionale della donna, si celebra anche il giorno della donna angolana. Ho trascorso l’otto di marzo visitando una povera comunità, formatasi da poco tempo, che si trova a quasi 50 km di distanza dalla città, assieme a 3 catechisti e 4 signore della PROMAICA (che é la pastorale della donna qui in Angola). L’accoglienza é stata molto bella, come sempre in queste comunità perdute nella foresta, come anche la celebrazione. C’erano 80 bambini e piú di 80 adulti, in una piccola cappella di pali e di paglia! Dopo la celebrazione ci siamo riuniti con i catechisti per sapere come andava la vita dellla comunità, mentre le signore si sono incontrate con le donne per riflettere sulla loro situazione e dare alcuni orientamenti. Uno dei più gravi problemi è la mancanza di una scuola che atenda a tanti bambini che vivono in questa comunità!
Per il pranzo, tutto il gruppo è stato invitato, con la più grande allegria, nella casa del catechista: ho sentito un po’ si difficoltá ad entrare e a servirmi di quello che c’era sulla tavola, sapendo che tante mamme e tanti bambini, lá fuori non avevano diritto a niente in questa comunità! Speriamo che possiamo sensibilizzare di più la società sulla situazione della donna e dei bambini...


IL PIÙ ANZIANO DELLA COMUNITÀ
A metà di marzo, com l’arrivo del direttore, che ha passato tre mesi in India visitando i suoi familiari, la nostra comunità salesiana è adesso al completo.
Siamo 6 salesiani: don Jojo, il direttore della comunità che è anche il parroco; don Alfredo (2 anni di ordinazione sacerdotale) direttore della scuola, vicario della comunità e coordinatore della pastorale giovanile della diocesi; don Benedetto (ordinato prete all’inizio di febbraio) che accompagna la pastorale scolastica e l’animazione giovanile e vocazionale; il Sig. Gastone (argentino) è l’economo, direttore della scuola di alfabetizzazione degli adulti e del centro di formazione professionale; Felice, giovane salesiano tirocinante, coordinatore disciplinare nella scuola; e io, che ho l’impegno di visitare e accompagnare le comunità rurali.
Tutti sono giovani, o sotto i cinquant’anni: io sono il più anziano della comunità! Non mi è mai successo uma simile esperienza! Spero almeno di dare un buon esempio, come salesiano, come sacerdote e come missionraio...


DOMENICA DELLE PALME
L’anno scorso, la domenica delle palme, ero a Roma, in piazza San Pietro, assieme al Papa e a uma grande folla di fedeli. Quest’anno ho cominciato la settimana santa lontano dalla città, nelle comunità rurali. Ho partecipato della processione delle palme, seguita dalla messa, in tre comunitá differenti.
Nella prima celebrazione, a Sassa (um bel e povero paesetto, vicino a un fiume), abbiamo dovuto improvvisare tutto, perchè la comunità è molto distante ed è difficile mandare avvisi. Così, quando sono arrivato sabato pomeriggio, dopo aver invitato tutti a prendere un ramo dagli alberi, abbiamo fatto la processione in mezzo alle capanne (penso che non era mai successo in quella comunità) e abbiamo concluso con la celebrazione dell’eucaristia nella cappella di paglia.
Nella seconda comunità, in Cangumbe, i giovani, che erano venuti com me, hanno abbellito la chiesa con grandi rami verdi (quella tutta deteriorata, senza porte e finestre, della festa di San Giuseppe): é venuta così bella che não sembrava più la chiesa di prima! Abbiamo fatto anche una vigilia, alla notte, alla luce di candela e di torce! Solo che alla domenica mattina é caduta una pioggia così forte e prolungata che non ha lasciato nemmeno uscire! La celebrazione é stata fatta tutta in chiesa, ma è stata bem partecipata!
Nella terza comunità, in Chikala, sono arrivato al pomeriggio della domenica: la comunità aveva preparato tutto con molta attenzione, e aveva anche aperto e ornamentato un cammino speciale per la procesione. Meno male che qui il tempo ci ha lasciato fare tutto e bene.
Per me è stato un inizio meraviglioso della settimana santa, insieme alla gente semplice e a molti bambini: come quelli che avevano accolto Gesù nell’entrata trionfale di Gerusalemme!

SPERANZE DI PASQUA
Arrivando Pasqua ho pensato: “Che cosa posso desiderare a me e a tutti gli amici e amiche, dopo questa esperienza quaresimale in terra angolana?”



Che il Cristo Ressuscitato sia il nostro unico Signore;
che la Vita e la Grazia trionfino sempre sulla morte e il peccato;
che la certezza della Pasqua ci fortifiche nella camminata, anche nei momenti difficili;
che il comandamento dell’Amore sia vissuto con più impegno da tutti noi;
che la Speranza non lasci quelli che portano la croce del soffrimento e della povertà;
che l’esempio di Gesù, che è venuto per servire e dare la vita, sia il nostro ideale;
che la condivisione dei beni cresca tra le nazioni e i popoli;
che l’Acqua della Vita nuova scaturisca ininterrottamente dal fonte battesimale;
che la luce della notte pasquale e della Fede nel Risorto illumini tutti gli uomini.

Nessun commento:

Posta un commento