5 aprile 2009

DIARIO DALL' ANGOLA - 3


PRIME VISITE ALLE COMUNITÀ


LA PIÙ GRANDE PARROCCHIA SALESIANA DEL MONDO
La parrocchia di San Pietro e San Paolo di Luena, affidata alla Comunità Salesiana dove abito, oltre ad una terza parte della città, accompagna una estesa zona rurale della provincia di Moxico (est di Angola): è la più grande parrocchia salesiana del mondo, per estensione!
Il territorio è paragonabile a Veneto (18.391 km²), Lombardia (23.865 km²) e Trentino-Alto Adige (13.607 km²), messi insieme! La densità, però, della popolazione dell’interno è molto bassa (poco più di un abitante per km²).
Non essendoci molte strade (e le poche che ci sono hanno molti problemi e, per di più, distrutte o abbandonate nei 30 anni di guerra!) potete immaginare le difficoltà per arrivare alle più di 160 villaggi sparsi in questo immenso territorio...

ITINERANTE
I Salesiani e i volontari che sono passati per di qua, soprattutto dopo che è terminata la guerra (2002), hanno aiutato a risolvere molti problemi, anche sociali (accompagnamento dei rifugiati, ricostruzione di ponti e di scuole nella zona rurale...) e hanno cominciato molte attività (scuole per analfabeti, scuola per ragazzi e giovani, officina, corsi professionali, posti medici, oratori...).
In questa presenza salesiana il mio impegno sarà di “itineranza”, cioè di visite e accompagnamento dei paesetti e villaggi.
Nella mia prima visita alle comunità rurali ho incontrato, in una cappella, la statua (l’unica che ho visto) della Madonna che porta il Bambino Gesù sulle spalle: a Lei ho affidato la mia missione, affinchè sappia dare Cristo a tutti quelli che incontro.
Siccome stiamo vivendo l’anno paolino, ho pensato anche a San Paolo e l’ho invocato perchè lui sia la mia guida e mi insegni a essere un buon “itinerante”, vivendo con il suo ardore missionario e imparando a formare comunità cristiane!


PRIME VISITE
Nei giorni 20 e 21 febbraio ho cominciato a fare i miei primi viaggi di conoscenza, assieme agli “evangelizzatori” (che sono cinque uomini e ciascuno accompagna pastoralmente le comunità di una delle regioni in cui è divisa la parrocchia). In due giorni ho percorso 260 km, tutti su strade di fango molto dissestate. Attorno ai due centri principali (Cicala e Cangumbe, che hanno circa 400 abitanti ciascuno), ci sono 36 villaggi (100 a 200 abitanti ciascuno). In ciascuna comunità l’accoglienza è stata semplice e allegra.


CAPPELLE E CATECHISTI
Quasi tutte le cappelle sono costruite col fango (e la maggior parte hanno il tetto di paglia, como le case), eccetto le chiese dei due centri principali che sono di mattoni (ma quella di Cangumbe é stata abbastanza rovinata dalla guerra). In varie comunità non c’è ancora un luogo per la preghiera, o perchè la comunità è debole, o perchè non ci sono cattolici, o perchè hanno lasciato cadere la costruzione; alcune comunità organizzano la preghiera giornaliera e danno catechesi.
In ciascuna comunità c’è un coordinatore, chiamato catechista, che è molto importante per la vita di fede dei cristiani, perchè il sacerdote può arrivare, in molti villaggi, una o due volte all’anno!


CAMIONETTA “MATTA”
Andando in queste strade non si incontrano molte automobile e, quando passa qualche mezzo per i villaggi è una festa, soprattutto per i bambini. Nel secondo viaggio é stato difficile incontrarne qualcuno: negli ultimi 50 km abbiamo incontrato solo una camionetta, e, per di più, matta!
In un pezzo di strada piena di buchi, con profonde spaccature prodotte dalla pioggia e, peggio ancora, in salita per noi, ho visto arrivare una camionetta. Stavo preparandomi per salutare le persone, quando ho visto che il motorista faceva segnali con la mano, per lasciarlo passare. Cosa fare? Dalla parte destra c’era un cratere e non potevo fare nessun’altra manovra. Mi sono fermato, vedendo che alla sinistra della strava c’era una area com poca vegetazione. La camionetta “matta”, è scesa senza diminuire la velocità, e, deviando a sinistra, é entrata nell’area di foresta, continuando il suo viaggio. Meno male...


AUTOSTOP
Di ritorno dal primo viaggio ho dato autostop a um gruppo di adolescenti che erano andate a raccogliere funghi, partendo alle 4 del mattino e facendo 4 ore a piedi. Sono state contente.
Nel secondo viaggio, ancora alla periferia di Luena, ho incontrato um gruppo di ragazze con pentole e bacinelle sopra la testa: dovevano fare più di 80 km a piedi (fermandosi a metà strada per dormire)! Immagina la felicità del gruppo: hanno risparmiato um giorno di cammino!
La prima domenica di quaresima, voltando di Sacassombo (60 km da Luena), ho dato autostop a due gruppi di 7 giovani ciascuno (c’erano anche due giovani mamme, con figli in braccio): um gruppo veniva da 4 giorni di strada a piedi. Tutti andavano in città per vendere qualcosa. Alla fine mi hanno ringraziato di cuore! Una corriera non sarebbe sufficente per tanta gente che va a piedi...


CARNEVALE
Lo nostro stile di carnevalde non è ancora arrivato fino a qui. Per gli studenti sono stati giorni di vacanza, ma non si sono viste molte maschere o molta gente sulle strade. Alguni hanno sfilato nel viale di quella che era la stazione dei treni (sono saliti anche sul tetto per poter vedere), ma senza una buona amplificazione e con vestiti molto semplici (camicie vecchie, vestiti di babbo natale, bandiere...). E, alla sera, tutti in casa, perchè non c’è energia elettrica sulle strade della città!


INIZIO DELLA QUARESIMA
Nel mercoledì delle ceneri sono ritornato nelle due principali comunità, già precedentemente visitate, per celebrare l’eucaristia: al mattino Cicala (35 km) e al pomeriggio Cangumbe (85km).
La prima domenica di quaresima sono stato nella comunità di Sacassombo, a 60 km. All’arrivo mi hanno ricevuto con canti e, dopo la messa, mi hanno accompagnato, sempre cantando, fino alla casa di paglia dove avevano preparato il pranzo. Um’esperienza che non di dimentica facilmente!
Mettendo insieme tutti i fedeli (alcuni venivano dalle comunità vicine) hanno partecipato delle prime tre celebrazioni cerca 200 adulti, 50 giovani e 80 bambini (senza contare quelli in braccio).


“TÁMBULA”
Uma delle abitudini più interessanti che ho incontrato in Angola, nelle celebrazioni eucaristiche, è il
“támbula”, cioè uma processione di offertorio nella quale i fedeli offrono i suoi doni, portando all’altare prodotti della campagna, alimenti, galline o materiale per la casa. Alla fine della celebrazione, queste offerte vengono date al sacerdote o donate a una famiglia povera: è um piccolo-grande segno di condivisione che, concretamente, le povere comunità sanno fare.


SPEZZARE IL PANE
Quando stavo per lasciare la comunità di Cangumbe, dopo la prima visita, un bambino mi ha chiesto: “Padre, hai un pane?” Mi è subito venuta in mente la scena del popolo con fame e Gesû che moltiplica i pani. Mi sono ricordato che avevo due pani grandi nell’automobile, per il pranzo. Non ho pensato due volte e ho dato un pane ai bambini (aggiungendoci anche alcune sardine sott’olio! Non so quanti bambini hanno assaggiato di quel pane, tanto era il desiderio di sentirne il gusto!
Nella seconda visita, poi, ho levato um sacchetto di pane, per distribuirlo dopo la celebrazione. Nell’ora della divisione, anche i bambini che erano fuori della chiesa sono entrati per ricevere un pezzo di pane benedetto! Senza parlare delle mamme che, con i bambini sulle spalle, hanno voluto ricevere anche loro il pane per i figlioletti. É stato come il pane della fraternità...
Carissimo o carissima, cerchiamo di valorizzare di più il pane che tutti i giorni abbiamo sulla tavola e pregare con più convinzione la preghiera del “Padre nostro” perchè tutti possano sperimentare il sapore del pane e l’allegria della condivisione!