20 dicembre 2009

NATALE 2009

COME SARÀ IL NATALE?

Iniziando l’avvento, mi sono chiesto:
come sarà il primo Natale qui in Angola?
Como sarà il Natale per questa gente?
Non ho risposte, ma…
So che sarà molto povero,  
forse come nei giorni del primo Natale.  
So che sarà molto semplice,  
certamente senza luci, nè alberi di natale. 
So che non avrà molti cibi,  
come nelle case di molta gente. 
So che vedrò molte famiglie cambiando di casa,  
come hanno fatto Maria e Giuseppe. 
So che molti andranno a lavorare quel giorno,  
porque non sanno neanche che è il giorno di Natale. 
So che incontrerò molti bambini appena nati,  
come nella grotta di Betlemme. 
So che poche persone porteranno regali ai bambini di qua,  
come hanno fatto i Magi. 
So che ancora molti innocenti moriranno,  
come al tempo del re Erode. 
So che mi ricorderò di molti natali pagani,  
come è successo quando è nato Gesù.
Per questo, con certezza, annuncerò  
la nascita di una speranza per tutti,  
come l’angelo ai pastori: “Io vi anuncio una grande allegria…  
È nato per voi il Salvadore, Cristo Gesù”! (Lc 2,10-11)

5 dicembre 2009

DIARIO DALL' ANGOLA - 11


UN NUOVO “RALLY”

Desidero condividere un altro “rally della missione”, nella terra di Moxico, est di Angola. Nella prima parte di questo nuovo viaggio missionario mi hanno accompagnato quattro giovani della parrocchia (Laurindo, Clementino, Garcias, Clementina), una suora salesiana (Sr. Irene) e due volontarie uruguaiane (Flavia e Maria Josè), ma mi piacerebbe che molti altri potessero partecipare di queste avventure... 


Km 250 – CASSAMBA CRESCENDO
Dopo aver passato un pomeriggio preparandoci, alle 6 del mattino del giorno 29 di ottobre siamo partiti in nove persone, con due “toyota” pieni di materiale, per realizzare una nuova missione a Cangamba (parrocchia che ci è stata affidata, finchè la Diocesi non incontra qualcuno che l’assuma), nel comune di Luchazes (42.000 Km quadrati). In 5 ore di viaggio, per una strada abbastanza buona, siamo arrivati a Cassamba, dove abbiamo celebrato la messa, ben accolti dalla comunità. Questo paesetto era abbastanza isolato, ma adesso, con un ponte nuovo, è diventato un luogo di passaggio obbligatorio per andare al centro del comune. Anche la comunità cattolica, che è abbastanza nuova, sta crescendo religiosamente e nei gruppi 


Km 340 – ENTUSIASMO PER L’ARRIVO A CANGAMBA
Alle ore 15 ci siamo rimessi in strada: da adesso in avanti, fino alla fine del viaggio, non sarebbe stata più di asfalto, ma solo di sabbia! Già nei primi chilometri abbiamo incontrato alcune difficoltà e abbiamo dovuto tagliare alcuni alberi per aprirci la strada, ma dopo è stato più facile: solo la pioggia ci ha accompagnato. Siamo arrivati a Cangamba alle 18. É impossibile descrivere l’allegria e la festa per accoglierci: tutta la comunità ci stava aspettando! Siamo entrati in chiesa (che si è riempita) per salutare, presentare gli animatori e annunciare il programma della visita: messe, incontri di formazione per i giovani, oratorio per i bambini e gli adolescenti, visite alle comunità... Il poco che si riesce a dare, visitando questa comunità distante, sembra produrre molti più frutti di quello che si pensa! 


Km 425 – TEGOLE PER LA CHIESA
Il venerdì, alle 7, siamo partiti per Cangombe (con i due “toyota” e altre otto persone della comunità), per portare 35 tegole di alluminio per la costruzione della nuova chiesetta, ma, soprattutto, per dare forza alal comunità che vive distante di tutto e di tutti. Non avevamo mandato nessun avviso, ma abbiamo incontrato tutti, come se sapessero del nostro arrivo. Dopo una semplice accoglienza, abbiamo celebrato l’eucaristia. In seguito, i giovani hanno animato i bambini con canti e giochi. Nel viaggio di ritorno ci siamo fermati in due comunità (Caveva e Cocoi), per fare un momento di preghiera e per dare una benedizione ai fedeli. 


Km 515 – GIOVANI, BAMBINI E ALLEGRIA SALESIANA
Alla sera, nella chiesa di Cangamba, strapiena di gente, abbiamo rivisto il film “Fátima”. Il principale obiettivo del viaggio era realizzare un incontro di formazione per i giovani e organizzare un poco di oratorio per i ragazzi: sabato, domenica e lunedì siamo riusciti a fare tre mattinate di studio e riflessione (per circa 30 giovani) sulla spiritualità giovanile salesiana e sulla maniera salesiana di educare, e tre pomeriggi di giochi e molta animazione (per più di 150 ragazzi e adolescenti). Vari giovani della comunità, dopo la formazione, hanno aiutato nell’oratorio. Domenica mattina c’è stata la messa di tutti i Santi e, sia i ragazzi come i giovani, hanno partecipato con entusiamo. Tutto ha contribuito per vivere la frase di Domenico Savio, ispirata da Don Bosco: “Noi qui facciamo consistere la santità nello stare molto allegri!”  


Km 530 - COMUNITÀ DEI KAMUSSEKELE
Domenica pomeriggio, com alguni catechisti e giovani, sono andato nella comunità di Cissala 2, percorrendo un’ora di strada a piedi dopo aver fatto 15 km di automobile. Siamo arrivati in un piccolo villaggio, ma molto bem organzizato, dove vivono alcuni discendenti dei primi abitanti di questa regione dell’Angola, della tribù dei Kamussekele, di fisionomia più simile a quella degli asiatici che non a quella dei popoli che abitano sotto il Sahara. Abbiamo celebrato l’eucaristia, fatto un piccolo spuntino (biscotti e refrigerante freddo: cose difficili da incontrare in questi posti!) e siamo ritornati già all’ora del tramonto, contenti per aver potuto conoscere anche questa comunità. 


Km 545 - MESSA DEI DEFUNTI
Abbiamo cominciato il giorno 2 com una processione fino al cimitero e una messa in suffragio dei defunti. Non essendoci posto nel “nuovo” cimiterio tutto disorganizzato (perchè il “vecchio”, ancora bem organizzato e com i muri, non è più usato a causa di possibili mine), abbiamo celebrato sulla strada. Durante la messa abbiamo pregato specialmente per quelli che sono morti durante la lunga guerra civile che qui è stata molto dura. Ritornati alla missione, abbiamo continuato la formazione dei giovani e l’animazione dei ragazzi. Alla sera, in chiesa, dopo la recita del rosario e la presentazione di alcune danze, abbiamo proiettato le foto delle attività realizzate nei tre giorni. 


Km 625 – NUOVE STRADE
Il giorno 3 di novembre ci siamo salutati con una messa e, alle 10 del mattino circa, abbiamo cominciato il nostro viaggio di ritorno. Un “toyota” (con gli animatori) é tornato a casa, a Luena, e l’altro (com me, un catechista e altri due giovani che avevano bisogno di un passaggio), ha continuato il viaggio per visitare altre comunità. Tra i due “toyota” ci siamo mantenuti in contatto via rádio: solo che, mentre gli algri percorrevano 50 km/h, io e i miei compagni ne facevamo solo 10! La strada era difficile: in alcuni punti abbiamo dovuto aprire nuovi cammini per riuscire ad andare avanti; varie volte abbiamo dovuto tagliare alberi caduti sulla strada; altre volte siamo rimasti impigliati in tronchi! La notte avanzava e non avevamo certezza neanche di dove andare... 


Km 660 – UN VILLAGGIO PER DORMIRE
Alle 11 di notte abbiamo trovato il primo villaggio, chiamato Sacanguenha, dopo 115 km, percorsi in 13 ore! Ci siamo fermati per dormire, dentro la macchina. Io ho scelto un “buon” posto, nella parte posteriore, in cima a tutte le cose (generatore, pentole, alimenti, ferramenta...); gli altri tre hanno dormito sulle poltrone! Al mattino, quando abbiamo chiesto la direzione del cammino, abbiamo scoperto che avevano percorso circa 20 km in più: rifacendo la strada, abbiamo costatato che sarebbe stato impossibile, la notte precedente, riconoscere il bivio, tanto era difficile, o meglio, sparito! Prima di partire abbiamo fatto una preghiera, assieme ad alcuni ragazzi e alcune donne protestanti, porchè non c’era in quella comunità nemmeno un cattolico! 


Km 730 – UN’ALTRA COMUNITÀ, SENZA VOLERE
La strada, però, riservava altre difficoltà. A mezzogiorno circa, siamo arrivati a un crocicchio: per dove andare? Abbiamo provato diritto, per la strada che sembrava migliore: siamo arrivati in mezzo a un bosco senza uscita. Tornati indietro, siamo andati a destra, nella seconda miglior strada: senza volere, siamo arrivati a un villaggio, di nome Sayotana, che nessuno pensava di visitare! Dopo alcuni saluti, ci hanno condotto nella chiesa protestante, perchè bem preparata (mentre la cappella cattolica era senza tetto e piena di erbe!). Dopo aver proposto alla comunità di celebrare la messa nella nostra chiesetta, così come era, tutti si sono diretti lá (anche i protestanti!). Mi sembra che è stata la mano di Dio che ci ha condotti in questo villaggio, per dare forza ai pochi cattolici affinchè continuino fedeli all’impegno assunto nel battesimo! 


Km 805 – TEMPUÉ ASPETTANDO
Com l’aiuto di un giovane del posto (che ha anche approffitato per levare un secchio di miele) siamo ritornati al crocicchio, con l’intento di andare a Tempué (era l’unica strada che ancora non avevamo sperimentato!!!). Arrivammo, senza molte difficoltà, alle ore 18, quando stava facendosi notte. La gente ci accolse con allegria, perchè erano tre giorni che ci aspettavano (ancora nel mese di settembre, avevo promesso di ritornare ai primi di novembre...!). Dopo aver raccontato le peripezie e i soffrimenti dei due giorni di viaggio, siamo andati nella casa preparata per accoglierci. Prima di dormire ci siamo preparati una minestra, approffittando dei viveri che ancora avevamo nel “toyota”: quello che avevo portato via da casa (e i pani che avevo fatto cuocere a Cangamba) ci hanno sostenuto nel viaggio, perchè sarebbe stato difficile incontrare qualcosa da mangiare in questi “arrivi improvvisi”.  


Km 860 – BELLEZZE NATURALI
Il giorno dopo, ci siamo messi subito in macchina per visitare due comunità, distanti più di 90 km. La strada, abbastanza buona, percorreva una valle molto bella, piena di pianure e di piccole colline, lungo fiumi ricchi di acqua. Ci siamo fermati anche a vedere una piccola cascata. In questo periodo dell’anno la natura è ancora più bella, perchè siamo nel periodo delle piogge (sono sei mesi in continuazione, da ottobre a marzo). Mentre osservavo le bellezze di questa regione, pensavo al Cantico delle Creature di San Francesco e lodavo il Signore, con tutto il creato... 


Km 900 - DISTANTI, MA VIVI
Lunhonde e Acampamento sono due comunità distanti dal centro della parrocchia e dove la nostra presenza è difficile. Arrivato nella prima comunità, assieme ad altri otto animatori, subito sono rimasto un poco desanimato perchè, non avendo inviato nessun avviso, la maggior parte delle persone stava nei campi. Però, essendo vicini, è stato facile chiamare la gente e riunirli nella chiesetta per la celebrazione eucaristica. Alla fine mi sono rallegrato nel vedere una comunità viva e solida. Di ritorno, ci siamo fermati nell’altro villaggio, Accampamento, dove già avevamo lasciato um avviso passando al mattino. È stata la prima messa di quella comunità, perchè nessun missionario vi aveva ancora celebrato: tutti sono rimasti contenti! Abbiamo finito che già era notte.  


Km 995 – AGGIUSTARE LE RUOTE
Como all’arrivo in Tempué, nella notte precedente, avevamo bucato la seconda ruota di scorta, è stato necessario aggiustarle per il viaggio di ritorno. Non è stato facile incontrare chi avesse un poco di pratica perchè, in questo paesetto, quasi non arrivano macchine. Con un poca di pazienza, però, e i consigli di tutti, siamo riusciti a riparare le ruote, sopratutto grazie al materiale che avevo com me (chiavi, pezze di riserva, colla, carta vetrata, motore per l’aria...)! È stata una festa anche per i ragazzi presenti, che guardavano tutto con molta curiosità: ne ho approffittato per insegnare il “gioco dell’igiene”, apprendendo così alcune nozioni per la salute... 


Km 1.025 – VISITA A UNA COMUNITÀ PROTESTANTE
Terminato di aggiustare le ruote, a mezzogiorno, siamo andati a visitare il villaggio più vicino a Tempué, a 30 km, dove abitano solo protestanti. Siamo stati accolti bene. Siccome c’erano con me alcuni giovani del corale, abbiamo presentato alcuni canti; anche il corale della comunità cantò alcune musiche. Abbiamo dialogato sulla convivenza tra cattolici e protestanti ed abbiamo fatto amicizia, aprendo la porta per un prossimo incontro... Di ritorno a Tempuè ho celebrato l’eucaristia: è stato il momento più importante per dare forza alla comunità, ancora debole e “povera” di iniziative pastorali... In seguito abbiamo assistito ad alcuni montaggi sulla nostra parrocchia e alle foto del viaggio, fino alle 10 di sera: tutti sono rimasti contenti! 

Km 1.055 – VIAGGIO DI RITORNO
Sabato 7, dopo aver celebrato la mesa a Tempué, come saluto alla comunità, ho cominciato il viaggio di ritorno, assieme ad un signore che chiese un passaggio fino a Luena. Mi sono fermato in quattro comunità, già conosciute e visitate in altre occazioni, per salutare, pregare, sapere come stavano e benedire. Sono arrivato alle dieci di sera a Cangonga, dopo 12 ore di viaggio e 220 km di strade piene di buche e ostacoli. Qui mi aspettava il catechista Adriano, che aveva passato 15 giorni in missione, visitando, di bicilcetta, varie camunità della regione. Subito abbiamo organizzato il dormire, stanchi del viaggio. 


Km 1.275 – ANNIVERSARIO DELL’ORDINAZIONE
Domenica 8, mi sono svegliato pronto per la celebrazione dell’eucaristia: era l’anniversario della mia ordinazione sacerdotale (29 anni fa)! Pur avendo avvisato giorni prima, nessuno si ricordó della data, né preparó qualcosa (neanche l’acqua per il caffé al mattino)! Io, però, ho celebrato come se fosse la festa più bella, per questa gente così povera e esclusa, ma amata dal Padre! Ho celebrato come se fossi dentro di una cattedrale (la chiesa non ha neanche il tetto!), ringraziando Gesù che mi ha chiamato al ministero sacerdotale! Ho celebrato chiedendo allo Spirito Santo di continuare a dar forza a tutte le comunità che ho incontrato e incontrerò! Terminata la messa, dopo una breve riunione con il consiglio della comunità, ho pranzato (meno male che avevo ancora un poco di spaghetti di salsicce!), con i due compagni di viaggio. 


Km 1.420 - ARRIVO
Com altre 4 ore di viaggio, sono arrivato in casa, a Luena. Gli ultimi 150 km sono stati tutti di ringraziamento a Dio per il viaggio e per le persone incontrate. Mi ricordavo delle varie comunità, delle celebrazioni realizzate, degli impegni dei catechisti, dei canti e delle danze, dei lavori delle donne, della formazione dei giovani, dei visi dei bambini, della bellezza del creato, della semplicità della vita, del coraggio sulla strada, dell’allegria nell’accoglierci... Sono arrivato stanco, ma, ancora, con più volontà di accompagnare questi cattolici nel vivere la sua fede. 


FORMAZIONE PER I CATECHISTI
Non avevo ancora recuperato le mie forze e giá avevo un altro impegno, a 70 km, dall’11 al 15 di novembre: un corso per i catechisti della regione di Sacassombo (quello che avevo posticipato a ottobre). É andato tutto molto bene: l’accoglienza della comunità, le visite alle tre comunità vicine, le celebrazioni eucaristiche, la formazione dei catechisti, le proiezioni alla sera per la gente... Abbiamo terminato con una processione, una messa solenne e un pranzo condiviso da tutta la comunità di Sacassombo. Ancora una volta ho costatato che è molto importante aiutare i nostri catechisti a crescere nella conoscenza della Bibbia, della Liturgia e della Catechesi. Vedendo como era grande la sete di formazione, mi sembrava che anche la mia stanchezza sparisse! 


UNA TRISTE NOTIZIA
La settimana seguente arrivò la notizia che la sposa del catechista di Cangonga (dove avevo celebrato la messa il giorno 8), si era impiccata pochi giorni prima. Sono rimasto molto triste, perchè era una donna allegra, che sempre ci accoglieva. La domenica seguente (festa di Cristo Re) fui lá per celebrare la messa in suffragio dell’anima di Fatima, per confortare lo sposo e per dare animo alla comunità. Nella predica invitei tutti a capire che potevano esserci dei motivi nascosti in questo gesto (sapendo che aveva avuto un trauma per la morte della mamma avvenuta allo stesso modo; che aveva partecipato in quella settimana del funerale di due persone; che aveva bevuto un poco quel giorno...); soprattutto, li esortei a pregare Gesù, perchè trattasse con misericordia Fatima e non lasciasse di premiare, come Lui stesso promise, i bicchieri di acqua e i piatti di cibo che lei preparò per tutti noi, quando era in vita...

11 novembre 2009

DIARIO DALL' ANGOLA - 10


OTTOBRE MISSIONARIO

Durante il mese di ottobre mi sono ricordato molte volte dell´impegno missionario che Gesù ci ha lasciato: “Voi sarete i miei testimoni fino agli ultimi confini della terra!” Pensando a questo, ho sentito che dovevo fare qualcosa di più: era mio dovere visitare il maggior numero possibile di comunità per aiutarle a incontrare Gesù e conoscere la sua parola di vita.


SACASSOMBO: NUOVA CAPPELA
All´inizio del mese avevo fissato un incontro con i catechisti della regione di Sacassombo (70 km dalla parrocchia). Quando sono arrivato non solo non ho incontrato i catechisti, ma neanche la vecchia cappella di pali e terra! Però stavano costruendo una nuova cappella di mattoni di sabbia secca. Subito sono rimasto un poco irritato, ma dopo mi sono unito a loro nei lavori, dando delle suggestioni per costruire meglio il tetto. La domenica seguente, quando sono tornato per celebrare la prima messa nella nuova cappella, ho visto che era piú bella e che il prossimo incontro dei catechisti, fissato di nuovo per novembre, sarebbe certamente riuscito meglio.


CIKALA: MORIRE A 13 ANNI
Un fatto triste ha colpito la famiglia di una coppia abbastanza impegnata, Francesco e Domenica, della comunità di Cikala: la figlia Immacolata, di 13 anni, che aveva ricevuto il battesimo 4 anni fa e che sempre danzava nella chiesetta, un giorno, dopo essere ritornata dal fiume dove era andata a prendere acqua, si é impiccata in casa: nessuno ha saputo dare una spiegazione al fatto. Ho visitato subito la famiglia, dando un poco di conforto e di speranza e, dopo, insieme alla comunità, ho celebrato la messa. Molti giovani hanno bisogno di incontrare motivi veri per vivere!


MUANGAI: TUTTO NELLA SEMPLICITÀ
Dal 7 al 9 di ottobre ho visitato la comunità di Muangai (90 km dalla parrochia), anche per benedire il matrimonio di un catechista e fare la prima comunione di una signora e quattro giovani. Tutta la comunità ha partecipato della messa, senza cose esteriori o addobbi speciali. Al contrario, è stato tutto così comune che, per me che sono ancora abituato a celebrazioni belle in questi momenti, mi è sembrato tutto troppo semplice! Anche gli anelli sono stati imprestati al momento! Devo dire che questa è la realtà vera di questo popolo che vive tutti i giorni una vita difficile e dura!

SAROSA: MESSA SOTTO UN ALBERO
Il giorno dopo, con alcuni fedeli di Mungai, ho visitato alcuni villaggi della regione, facendo altri 60 km di strada difficile: solo in uno dei villaggi, in Sarosa, abbiamo incontraro alcuni cattolici, ma molto fiacchi, senza chiesetta, senza pregare e senza catechesi. Abbiamo preparato e celebrato la messa sotto un albero e abbiamo dato coraggio alle persone per vivere come “chiesa”. La vita delle comunità è molto importante per mantenere accesa un poca di fede nelle persone!


SASSA: BATTESIMI E MATRIMONI
Il sabato 10, assieme a alcuni catechisti della zona, sono andato a Sassa (110 km dalla parrocchia), un villaggio che si trova vicino a due piccoli fiumi, in un bel posto, accolti con entusiasmo dalla comunità. Dopo le confessioni e le prove di canto, alle 10, ho celebrato l´eucaristia con l´amministrazione di 6 battesimi di bambini e la benedizione di 2 matrimoni. Anche qui la celebrazione è stata molto semplice. Al pomeriggio, dopo aver mangiato qualcosa, ci siamo salutati con lo stesso entusiasmo dell´arrivo.


ANCORA VISITE
In seguito ho continuato il mio viaggio fino a Cangonga (150 km dalla parrocchia) dove, alla sera avevo intenzione di mostrare un film religioso, ma che não è stato possibile a causa della pioggia (la chiesetta non ha tetto). Domenica mattina ho celebrato la messa e, in seguito, mi sono incontrato con il consiglio pastorale per risolvere alcuni problemi di relazionamento e spingerli a un´azione più missionaria. Al pomeriggio ho visitato e ho celebrato in un altro villaggio vicino, a Sawaianda, una comunità “nuova” (perchè è stata costruita tutta nuova da poco tempo), ma ancora senza cappella. Dopo la messa mi sono riunito con alcune coppie e alcuni giovani che vogliono ricevere i sacramenti ed avere un ruolo più deciso nella comunità.


CAMINHÃO: ALTRI BATTESIMI
L’altro finale di settimana sono andato a Caminhão (140 km dalla parrocchia), dove mi aspettavano due comunità. Siccome la chiesetta era piccola, ci siamo riuniti nella scuola per celebrare l’eucaristia e amministrare il battesimo a nove bambini. È stata interessante la presenza di vari protestanti che hanno aiutato, anche con strumenti “fatti in casa”, nell’animazione dei canti. Dopo pranzo c’è stato l’incontro con il consiglio pastorale ed alcuni rappresentanti della comunità: la presenza del Padre aiuta a risolvere anche alcuni problemi dei villaggi...


CANGUMBE: GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE
Ho celebrato la Giornata Missionaria Mondiale a Cangumbe (a 85 km dalla parrocchia), ricordando tutti i missionari e chiedendo a Dio che mandi lavoratori per questa messe grande. Ho cercato di parlare alla gente dei cinque continenti, delle necessità della Chiesa in tutto il mondo, del nostro dovere di essere più missionari... ma mi sembrava di parlare di cose “strane”, che non toccavano molto. Penso che la missione è dimenticata anche altrove...

CACIPOKE: UN ANZIANO CHIEDE IL BATTESIMO
Al pomeriggio di quello stesso giorno ho visitato e celebrato in una piccola comunità, dove ci sono tre famiglie cattoliche. Dopo la messa abbiamo riflettuto sulla situazione della comunità e di ciascuno dei fedeli. La cosa più bella è stata la richiesta del più anziano del posto, Itumbo, di essere battezzato. Lui già è catecumeno da tempo, ma non aveva ancora realizzato questo sogno. Preparando la scheda, gli ho chiesto l’anno di nascita. La risposta è stata semplice e chiara: “Nell’anno che ha cominciato a funzionare la ferrovia!” Adesso devo sapere quando il treno ha cominciato a passare per di qua...


CIFAKO: LAVORO E EVANGELIZZAZIONE
Il giorno 22 mi ero messo a disposizione per trasportare tronchi di alberi per rafforzare un ponte a 120 km dalla parrocchia. Quando sono arrivato non ho incontrato niente di preparato, ma due uomini e alcuni giovani si sono messi a disposizione per tagliare e preparare i tronchi. Dopo alcune ore di lavoro siamo riusciti a trasportare gli alberi vicino al fiume. Prima di lasciare la comunità abbiamo fatto un momento di preghiera nella chiesetta. Nel viaggio di ritorno, ho approffittato per conoscere un altro villaggio, Cakuma, dove la comunità cattolica si è dispersa. Ho cercato di dare coraggio al catechiesta per ricominciare un lavoro di evangelizzazione...


MUSSO: SACRAMENTI E FORMAZIONE
Un’altra comunità, a 100 km dalla parrocchia, mi aspettava il sabato 24, per la messa, il matrimonio del coordinatore del coro e il battesimo di tre bambini. Tutto è stato molto semplice, bello e partecipato! Posso dire que in questo mese di ottobre l’amministrazione dei sacramenti è diventato anche un momento importante di formazione per le comunità: attraverso i canti, le preghiere, l’ascolto della parola di Dio, le riflessioni e le danze, tutti hanno fatto un’esperienza di essere chiesa-famiglia di Dio.


CATECHISTI IN MISSIONE
Alla sera sono arrivato a Cangonga, dove, la domenica mattina, ho celebrato la messa. Continuando il viaggio, assieme a tre catechisti, sono arrivato a Sacinbanda (210 km dalla parrocchia). Qui la comunità cattolica è composta quasi solamente da adolescenti e giovani. Dopo aver celebrato l’eucaristia, ho lasciato il catechista Adriano e un altro animatore (con le loro biciclette) per visitare le 12 comunità della regione, per quindici giorni. La missione dei catechisti è molto importante per la fondazione, o rifondazione, e il rafforzamento delle comunità!


CIMBOMA E LA PREPARAZIONE DEL NUOVO RALLY
Il giorno 28 ho visitato la comunità di Cimboma e ho celebrato l’eucaristia. Un gruppo di giovani di un’altra comunità vicina (due ore a piedi|) ha animato i canti e le danze. Al pomeriggio mi sono dedicato, assieme ad alcuni giovani e volontari alla preparazione di un nuovo e grande viaggio a Cangamba. Ma di questo vi parlerò nel prossimo diario...


“QUI E LÀ, INSIEME, MISSIONARI!”
Nella mia esperienza missionaria, c’è stato un motto che sempre mi ha entusiasmato: “Qui e lá, insieme, missionari”! Faccio voto che tu (e tutti quelli che ricevono questo diario) possa essere missionario nel tuo ambiente, per vivere in profondità il tuo battesimo e rendere più bella e grande la famiglia di Dio!

5 luglio 2009

DIARIO DALL' ANGOLA - 6



IN MACCHINA, IN BICILETTA E A PIEDI!
DA LONTANO PER LA FESTA
Alla fine di maggio sono tornato a Cangamba per partecipare della festa della Patrona, la Regina della Pace. Solo in questa visita ho percorso 1.560 km!

Ma molti cristiani (ragazzi, giovani, donne e uomini) hanno fatto sacrifici ancora maggiori, venendo da molto distante: 45 persone hanno percorso 3 giorni di cammino e altre 25 sono andati per 4 giorni a piedi (più di 100 km!): molta fede! Io sono arrivato nel sabato, dopo aver fatto due giorni di vaiggio, all’ora del tramonto, senza poter confermare il mio arrivo (per mancanza di comunicazioni), ma la gente mi stava aspettando, como se stesse immaginando... Vedendo la macchina arrivare, i cristiani sono accorsi per ricevermi all’entrata del viale principale della cittadina, con canti e molta animazione. Come in una processione mi hanno accompagnato fino alla chiesa: è stata una entrata tionfale (sembrava l’entrata di Gesù a Gerusalemme!) 


VIGILIA DI PENTECOSTE
Essendo il giorno prima di Pentecoste (30 maggio), la comunità aveva organizzato, a lato della chiesa, una vigilia di preghiera alla quale parteciparono circa 300 persone (alcune delle quali di chiese protestanti). Siccome siamo nel periodo più freddo dell’anno, divisi in piccoli gruppi hanno acceso vari falò (13 in tutto) perchè tutti potessero scaldarsi al fuoco. Alternando canti e preghiere, per più di 3 ore, tutti i gruppi hanno partecipato: si sentiva proprio la presenza dello Spirito Santo e la comunione tra tutti! 


FESTA DELLA REGINA DELLA PACE
La domenica è stata celebrata una messa solenne ed è stato preparato un pranzo per tutti, per celebrare il giorno di Pentecoste e la prima festa della Patrona.
Una bella processione ha aperto la celebrazione: non c’éra portantina (perchè ancora non ci sono i mezzi), nè gli angioletti (perchè è difficile incontrare filo per cucire!), ma molta organizzazione e molta fede! La chiesa si è riempita di gente e l’eucaristia è durata tre ore: il gruppo del coro, della legione di Maria e della Promaica (promozione della donna angolana) hanno animato i vari momenti, con canti e danze. All’offertorio sono stati donati molti viveri, che hanno aiutato abbastanza, durante la settimana, per dar da mangiare a quelli che erano venuti da lontano.
Per il pranzo, la comunità preparò una sala speciale per gli invitati (autorità e coordenatori) e molti alimenti per la gente: è stata una vera festa per tutti! 


FORMAZIONE PER I CATECHISTI
Nei giorni seguenti ho organizzato un incontro di formazione per i catechisti delle varie comunità che erano venuti alla festa: hanno partecipato circa 30 persone. Abbiamo riflettuto sull’impegno per educare alla fede i ragazzi, i giovani e gli adulti e come devono introdurre i catecumeni alla parola di Dio, alla celebrazione e alla preghiera, a un comportamento morale in sintonia con il vangelo e a sentirsi chiesa, specialmente nel servizio e nella missione. Ho visto molta disponibilità e buona volontà, ma la base culturale e religiosa è così fragile che è difficile sperare in poco tempo molto rinnovamento dalle comunità. Continuerò a accompagnarli, con la preghiera e con le visite...  


NUOVA CAPPELLA, SOTTO UN ALBERO
Ho visitato anche alcune comunità. All’arrivo, avevo lasciato un messaggio (scritto e orale) in un piccolo villaggio dove vivono alcuni cattolici, ma che non formavono ancora una comunità, per vedere se nasceva qualcosa. Quando sono andato per celebrare la messa con alcuni animatori, ho avuto una sorpresa: non aspettavano la mia visita quel giorno, perchè nessuno della comunità sapeva leggere, nè avevano capito la lingua del giovane che viaggiava con me (in quel posto parlano un’altro dialetto)! Ho fissato allora un’altra visita, dopo due giorni. Quando sono tornato di nuovo ho avuto una grande l’allegria, perchè già avevano costruito una cappella sotto un albero (alcuni banchi e un piccolo altare!) e giá erano decisi a formare una nuova comunità cristiana! Era il giorno di San Carlo Lwanga e compagni, martire della fede in queste terre dell’Africa: una data molto simbolica per celebrare la prima messa in questa nuova comunità! 


SE NON BASTASSERO LE DISTANZE, ANCHE IL PONTE ROTTO
Nell’ultimo giorno di questa visita a Cangamba, sempre accompagnato da alcuni catechisti e dai giovani del coro, sono stato a celebrare in un’altra comunità, a 110 km dal centro del comune. Dopo tre ore di macchina, quando mancavano ancora 10 km, abbiamo dovuto lasciare l’automobile e continuare a piedi, a causa di un ponte abbastanza instabile. Sono state due ore di cammino, salendo e scendendo una collina. Dopo una accoglienza simpatica, assieme alla comunità, ho celebrato l’eucaristia. Terminata la messa (già erano le 3 del pomeriggio: immaginate la fame e la stanchezza!) ci hanno accompagnato nella sala municipale per pranzare e subito dopo ci siamo messi in marcia per non incontrare la notte lungo la strada da fare a piedi. Siamo arrivati a casa alle 22, felici per aver potuto realizzare un’altra missione! 


DORMINDO NELL’ AUTOMOBILE
Prima di tornare a Luena, ho programmato uma visita a un’altra cittadina, Cassamba, ma, durante il tragitto (nei 200 km di sabbia!) la macchina ha bucato due ruote, nello stesso pomeriggio; cosí, per ripararne almeno una (ma è stato difficile incontrare chi lo potesse fare!),ho ritardato molto l’orario di viaggio. Arrivando vicino alla cittadina, alle due del mattino, abbiamo deciso (eravamo 5 persone) dormire nella macchina per non svegliare la gente! È stata un’altra nuova esperienza: meno male che avevamo delle coperte e dei materassini per difenderci dal freddo della notte! Quando siamo arrivati nella cittadina di Cassamba, alle 8 del mattino, l’allegria della gente è stata grande, nel vederci arrivare. Siamo rimasti due giorni, celebrando messa, incontrando il consiglio della comunità e i gruppi e incoraggiandoli a continuare il cammino! 


DI BICICLETTA, PER CELEBRARE 4 MATRIMONI
In automobile ho giá percorso molta strada ; a piedi ho giá fatto la mia esperienza, abbastanza stancante; mancava soltando andare di bicicletta! E questa opportunità è arrivata a metà del mese di giugno, quando sono andato a benedire il matrimonio di quattro giovani coppie, nella comunità di Manga, non molto distante da Luena. Siccome la comunità non ha strade che la raggiungano, ho deciso di portarmi dietro due biciclette, una per me e una per il catechista che mi accompagnava.
Dopo aver percorso un’ora di strada, abbiamo lasciato la macchina e preso le biciclette, pedalando per più di due ore, nei sentieri della foresta, in salita e in discesa, alle volte spingendo la bicicletta, ma arrivando in fine a destino. Ci aspettava una comunità molto povera, che ancora non ha strutture sociali (basta dire che nessuno degli sposi sapeva firmare!), ma che ha saputo preparare questi giovani per un momento così importante nella vita. Oltre al matrimonio dei giovani (che giá avevano figli), c’è stato anche il battesimo di cinque di loro. Voltando di bicicletta, dopo questa esperienza di fede, la strada mi sembrava più facile e bella! 


UN ALTRO CORSO PER I CATECHISTI
Dal 20 al 25 di giugno ho organizzato um altro incontro di catechisti in Cangumbe (la città che ha come patrono San Giuseppe). Sono venuti i coordenatori di 10 comunità differenti, in tutto 21 persone. Ho presentato gli stessi contenuti dell’altro corso, cercando di aiutarli a organizzare dei gruppi di catechesi per ragazzi e giovani in tutte le loro comunità. Alla mattina ho celebrato in quatro villaggi diversi. Alla fine del corso abbiamo avuto l’allegria di avere la presenza del Vescovo, che stava facendo la visita pastorale nella nostra parrocchia.

VISITA PASTORALE DEL VESCOVO
Il mese di marzo dell’anno scorso, la nostra diocesi di Luena ha ricevuto um nuovo Vescovo, Mons. Tirso, che è salesiano e che há giá lavorato in questa parrocchia. Da quando ha assunto la diocesi, le comunità ricevono con frequenza la sua visita. Alla fine di questo mese è venuto tra noi per realizzare la visita pastorale annuale. Oltre ad incontrare tutti i gruppi della parrocchia e visitare le varie opere, ha celebrato un alcune cappelle della città e in due comunità più distanti. Domenica 28 ha chiuso solennemente l’anno paolino, a livello diocesano, celebrando la messa nella nostra parrocchia, che ha come patroni San Pietro e San Paolo. 

RAGAZZI CERCANDO BRICCIOLE
Chiudo questo diario com due piccoli fatti. Il primo è successo a Cangamba.
Dopo l’incontro con il gruppo dei giovani, ho distribuito un piccola merenda, spalmando un poca di marmellata tra due biscotti. Tutti l’hanno ricevuta con molta allegria. Terminato l’incontro, quando tutti sono usciti, sono tornato in sala per mettere a posto le cose, ma mi sono sorpreso nell’incontrare tre bambini che stavano cercando, per mangiarle, alcune bricciole di biscotto cadute per terra nell’ora della merenda dei giovani. Non ho detto niente, ma ho pensato a tante bricciole che lascio cadere dalla mia tavola o dalle mie merende... 


LA CAMICIA DEL CATECHISTA
Avrei molte cose da raccontare sui vestiti e le scarpe che la gente si mette! Vi dico quello che mi è successo nell’ultimo incontro dei catechisti.
Durante l’incontro di cinque giorni, ho visto che uno di loro continuava ad indossare sempre la stessa maglietta (di colore rosa) e, per di più, tutta strappata. Non gli ho chiesto se aveva bisogno di vestiti (penso che non sia difficile immaginare il perchè non ne aveva!), nè gli ho fatto nessuna osservazione al riguardo, ma, sapendo che è un catechista molto impegnato e responsabile, nell’ultimo giorno gli ho parlato, facendogli la proposta di dargli una maglietta (anche per poter partecipare più a volontà della messa con il Vescovo). Sono andato a cercare nello zaino, ho preso una delle mie magliette e l’ho data al catechista. Il suo ringraziamento è stato molto semplice, ma il mio cuore si è riempito di allegria...

5 giugno 2009

DIARIO DALL' ANGOLA - 5


PASQUA PER MOLTE COMUNITÀ

MOLTI CHILOMETRI!
In questo periodo pasquale ho visitato più di 40 villaggi e ho celebrato in 35 comunità, alcune delle quali distanti centinaia di chilometri dal centro della parrocchia, percorrendo così più di 3.500 km, dei quali 2.800 in strade di terra! Ho attraversato boschi vergini, fiumi dalle acque limpide, savane piene di fiori e arbusti, ma ho incontrato anche strade difficili, in mezzo a boschi fitti, con il fondo di sabbia o piene di buche.
In tutti i villaggi ho fatto l’esperienza di uma vita semplice, di stilo familiare. Le case sono piccoline, quasi tutte di fango, con il tetto di paglia o, se qualcuno ha la possibilità, con lamiere di ferro. Il cibo dipende dla lavoro nel campo e dal tempo. Sono pochi i prodotti dell’orto e dei frutteti, c’è poco riso e pochi fagioli. Sale, sapone e olio sono prodotti rari: con un pacchetto di biscotti o di cream craker ho fatto contente molte persone!

CELEBRANDO NELLA CHIESETTA SENZA TETTO
A Cangonga, che è distante 145 km dal centro della parrocchia, sono andato due volte: nel giovedì santo e nella 5ª domenica di Pasqua. Cangonga è stata abbastanza distrutta dalla guerra (perchè vi si trovava una stazione del treno), ma hanno lasciato in piedi le pareti della chiesa! I salesiani, che hanno lavorato qui prima di me, hanno già ricostruito una scuola e un piccolo ambulatorio, ma adesso bisogna che mettiamo il tetto alla chiesa, per poter celebrare più dignitosamente. Come fare? Ho lanciato l’idea della condivisione e della solidarietà: le donne possono preparare farina di mandioca e gli uomini produrre carbone! Tutti si sono animati e subito hanno organizzato la lsita dei collaboratori. Certamente non arriveremo a raccogliere quello di cui abbiamo bisogno per mettere il tetto alla chiesa, ma già qualcosa si muove: certamente la Provvidenza penserà al resto!

BANCHI "IMPROVVISATI" PER LA CHIESA
Nella chiesa di Cangumbe (quella che ha San Giuseppe come patrono) è già stato messo un tetto nuovo, ma mancano le porte e i banchi. Entrare in quella chiesa vuota e senza porte, dava un senso di abbandono e di sfiducia. Ho parlato di questo problema con il consiglio della comunità e abbiamo deciso di mettere sulle porte uno steccato di pali intrecciati per impedire l’entrata di animali. E per i banchi? Passando per la strada ho visto che lungo la ferrovia (dove stanno lavorando imprese cinesi per rifarla completamente nuova) stavano mettendo in disparte molte traverse di legno. Il Venerdì santo, dopo l’adorazione e mentre stavamo aspettando l’inizio della celebrazione della Passione, avendo alcune ore libere, ho chiesto ad alcuni catechisti di aiutarmi a trasportare una trentina di queste traverse. È stata una buona soluzione: adesso tutti possono sedersi e participare con più attenzione alle celebraizioni!

IL PRIMO LUNGO VIAGGIO MISSIONARIO
Dopo Pasqua, ho organizzato il primo grande viaggio mssionario, a Cangamba: due giorni per arrivare, percorrendo in um giorno 350 km di asfalto pieno di buchi e nell’altro 200 km di sabbia (dove è stato necessário, durante quasi tutto il percorso, la trazione 4x4 e il motore sotto sforzo costante)! Durante il primo giorno ho incontrato 24 macchine e attraversato 24 fiumi; nell’altro non ho incontrato nessuna macchina, ma vari ponti vacillanti!
In questa cittadina, abbastanza distrutta dalla guerra, lo sforzo per la ricostruzione è ancora all’inizio, ma la parrocchia già recuperato la chiesa e la scuola. Ho passato là una settimana, visitando sei comunità (una delle quali distante 85 km). I cattolici, pur essendo pochi e con molte debolezze, sono costanti e dimostrano molto impegno nel continuare.
In questo viaggio ho consumato 240 litri di nafta (portando appresso il combustibile, in bidoni, perchè non si trovano rifornimenti lungo la strada!), ma la missione ha aiutato la comunità ad aniamarsi e a organizzarsi meglio!


UN’ALTRA MISSIONE DI 10 GIORNI
A metà di maggio ho programmato il secondo viaggio missionario, di 10 giorni, per visitare il municipio di Muangai, a 300 km dal centro della parrocchia. Ho passato un giorno in ciascuna delle comunità, celebrando l’eucaristia e incontrando i laici coordinatori, sempre accolto com molta simpatia e com molta festa. In questa regione si trovano piccole comunità cattoliche (la maggior parte della gente è protestante), ma che continuano a mantenere la fede grazie a laici impegnati e perseveranti. Chiaro che non tutto funziona bene, ma dobbiamo ringraziare il Signore per la presenza di tanti catechisti e animatori che si sono mantenuti uniti alla Chiesa e hanno perseverato nel seguire Gesù.
Sarebbe lungo fare un relatorio di tutti i fatti e di tutti gli incontri che sono successi: ricorderò qui solo alcune cose.


SOLO PER 24 CATTOLICI!
Nell’ultimo viaggio, um giorno ho percorso uma strada abbandonata, di 40 km, per dove non passava uma automobile da due anni, per incontrare solamente 24 cattolici! La strada sarebbe buona (è del tempo portoghese), ma l’abbandono lascia crescere molti arbusti in mezzo alla strada e molti alberi, caduti con il tempo, impediscono il passaggio: allora c’è bisogno, ogni tanto, di tagliare i tronchi e liberare la strada!
Quando sono arrivato, dopo 3 ore e mezza di sofferenze, a differenza di altri villaggi, l’accoglienza è stata un poco fredda, ma, in poco tempo, con l’aiuto di alcuni animatori che mi accompagnavano, siamo riusciti a trasmettere un poca di allegria e coraggio a tutti gli abitanti. In questa maniera la comunità cattolica si è sentita subito rafforzata e rinvigorita!


ACCOGLIENZA
Quello che chiama l’attenzione, in tutte le comunità rurali, è l’accoglianza calorosa e simpatica che è riservata ai visitanti. Ascoltando il rumore del motore, tutti corrono per accogliere e cantare il benvenuto. Se la visita è stata preannunciata, formano una fila di gente che accompagna la macchina cantando, dall’entrata del villaggio fino alla chiesetta.
Per la sistemazione offrono quello che hanno di migliore: uma casa preparata per gli ospiti (alle volte com um letto di steccato), acqua per lavare le mani, bibita di granoturco e cibi a base di mandioca e gallina (a volte di animali cacciati nella foresta).


FALÒ
Nei villaggi è normale incontrarsi alla sera attorno al fuoco per cantare e scaldarsi (perché le notti qui sono abbastanza fredde, specialmente in questi mesi che vanno da maggio ad agosto), ma anche perchè non ci sono altre scelte (non c’è energia)! Alle volte qualcuno conta qualche storia o qualche anneddoto. Durante le nostre visite, terminiamo sempre com un momento di preghiera, specialmente con la recita del rosario.
In uma delle comunità, a Sassungo, i due professori (uno cattolico e l’altro protestante) hanno riunito tutti gli alunni della scuola (piú di 150) e hanno fatto un grande cerchio, cantando e danzando attorno al fuoco per più di due ore, due notti di seguito: non avevo mai visto tanta vivacità attorno al falò!


CELEBRAZIONI EUCARISTICHE
Il momento più signfiicativo e bello, per tutte le comunitá cattoliche, è certamente la celebrazione eucaristica, che è sempre molto animata. In molti villaggi organizzano varie processioni: la processione di entrata, nelle quale il corale e i ministri entrano danzando; la procesione della bibbia, prima della liturgia della Parola; la processione delle offerte (chiamata anche “tâmbula”), per portare all’altare quello che la comunità ha offerto; e la danza dopo la comunione. Tutta la celebrazione eucaristica dura, normalmente, più di due ore. Alla fine avviene la processione di uscita, che termina con un grande cerchio davanti alla chiesetta, cantando e danzando allegramente.


MANCANZA D’ACQUA
La regione di Moxico è una delle più ricche di fiumi di tutta l’Angola e ha periodi di piogge abbondanti (da novembre a aprile), ma la gente soffre per causa della mancanza di acqua, perchè molte comunità sono state costruite lontano, nè ci sono canali o acquedotti.
È normale vedere, tutti i giorni, specialmente alla mattina, file di donne (di tutte le età) che vanno al fiume per lavare, lavarsi e prendere acqua, per l’uso domestico.
In uma delle comunità, um giorno, ho visto varie ragazze che tornavano dal fiume com i recipiente vuoti, perchè il fiume era distante 5 km e la persona che le aveva portate là di macchina era andata via senza dire niente: sarebbe stato molto difficile fare tutto quel cammino con un secchio di 20 litri sulla testa! Mi hanno ringraziato molto quando le ho portate con la macchina e hanno potuto riempire i recipienti di acqua!


L’ALLEGRIA DI UM BAGNO
Um dopo pranzo è arrivato un simpatico bambino, ma tutto sporco (è abbastanza normale vedere i bambini tutti sporchi e con vestiti tutti stracciati, in queste comunitá rurali). Gli ho chiesto se non volesse fare un bagno, mostrandogli il secchio di acqua che avevano messo fuori della porta per la nostra accoglienza. La sua risposta é stata un sorriso di allegria e... una “entrata” nel secchio con calzoncini e camicetta! Subito gli ho tolto i vestitini e, arrivando la sorellina, gli ho dato un sapone profumato per lavarlo bene! Non potete immaginare la sua felicità, quella degli amici e delle mamme, vedendo quella scena innocente!


REGINA DELLA PACE, PREGA PER NOI!
In questo fine del mese tornerò a Cangamba (1.100 km, tra andata e ritorno, ma certamente faró qualche centinaio di chilometro in più per visitare altre comunità “vicine”!), per celebrare la festa di Pentecoste e la festa della Patrona, Maria Regina della Pace. Quando sono andato lá, nel primo viaggio missionario, ho chiesto qual era il giorno nel quale celebravano la festa, ma nessuno me lo ha saputo dire. Allora, pensando nella tradizione di incoronare Maria, l’ultimo giorno del mese di maggio, come Regina del cielo e della terra, ho proposto di organizzare la sua festa in quel giorno: tutti hanno accettato!
Chiederemo a Lei, che era presente assieme agli Apostoli nel giorno della venuta dello Spirito Santo, che interceda pace e reconciliazione per questa comunità e per tutta l’Angola, che soffre ancora le conseguenze di una lunga guerra, ma anche per tanti popoli, qui in Africa e nel mondo, che vivono ancora situazioni di guerra e di odio. Anche tu prega assieme a noi in quel giorno così: Regina della Pace, prega per noi!

5 maggio 2009

DIARIO DALL' ANGOLA - 4


SPERANZE DI PASQUA


LA VISITA DEL PAPA IN ANGOLA
Quello che ha chiamato l’attenzione di tutto il mondo sull’Angola è stata la visita del Papa Benedetto XVI nella capitale Luanda, dal 20 al 23 di marzo. Le diocesi e le comunità si sono preparate con studi e vigilie e hanno organizzato gruppi di 100 giovani e di 100 adulti per partecipare del grande evento; i mezzi di comunicazione nazionali hanno annunciato e accompagnato questa visita di maniera spettacolare; l’attenzione di tutti, nel paese, è stata diretta al Papa, per ascoltare da lui parole di incoraggaiamento, in vista di una costruzione più profonda della pace e della fraternità.
Durante la visita, il popolo ha manifestato um affetto tutto speciale per il Papa e lo ha accompagnato in tutti i momenti. Le parole del Papa sono state chiare e hanno indicato cammini futuri per la nazione, per i cattolici e per tutti gli uomini di buona volontà. La sua preoccupazione per la morte di due ragazze all’entrata dello stadio, prima di partecipare all’incontro dei giovani con il Papa (notizia che i mezzi di comunicazione locale non hanno neppure detto), ha dimostrato ancora di più il suo amore di Padre che si preoccupa di tutti.

UNA “POVERA” FESTA DI SAN GIUSEPPE
Povero San Giuseppe! Non avevo mai participato di uma festa di un patrono così dimenticato: la chiesa senza porte e senza finestre, le pareti tutte deteriorate, la nicchia senza statua (ho portato um poster con la stampa di San Giuseppe), due vasetti di fiori di campo sull’altare e nessuna processione; oltretutto, i giovani erano a scuola (che ha funzionato regolarmente) e molta gente a lavorare sui campi!
È successo nella città di Cangumbe, il giorno 19 di marzo. Sono arrivato là a mezzogiorno, dopo 4 ore di strada terribile, per causa del fango, delle pozzanghere e di buchi profondi. Hanno viaggiato com me 7 giovani del corale Maria Ausiliatrice, un evangelizzatore e 2 volontari italiani (appena arrivati per cominciare un lavoro di apicultura in quella comunità). Dopo aver dedicato un poco di tempo alle confessioni, è cominciato la celebrazione eucaristica. Meno male che erano venuti, dalle comunitá vicine, alcuni catechisti (facendo, a piedi o in bicicletta, da 15 a 60 km di distanza), perchè la gente della comunitá ha risposto poco all’invito!
Ho promesso a San Giuseppe che il prossimo anno la sua festa sarà più bella e, chi lo sa, con una chiesa più accogliente e/o con una bella statua: spero anche nella vostra collaborazione...


LINGUA LOCALE
Una delle difficoltá che incontro (potremmo dire che è la mia quaresima!) è la lingua locale, il chòkoe, una delle tante lingue di questa nazione e che fa parte delle lingue bantu. Com i bambini e i giovani é possibile intendesi, perchè studiano in portoghese nella scuola, ma con gli adulti è più difficile. I primi missionari (soprattutto benedettini), che hanno iniziato ad evangelizzare in queste terre, hanno già tradotto la bibbia e il messale e realizzato molti studi. Vari salesiani, che hanno lavorato qui in questi 28 anni di presenza, hanno imparato la lingua locale (compreso il Vescovo, che è un salesiano argentino e ha giá lavorato in questa parrocchia). Per me imparare questa lingua è una sfida! Ho giá cominciato a leggere in chókoe nelle messe (molto lentamente, como un bambino della prima elementare), ma non so proprio quando arriverà il giorno che riuscirò a capire quello che parla la gente! Per adesso mi sforzo di apprender qualcosa...


BICICLETTE PER I CATECHISTI
Mancando i mezzi di trasporto, anche uma bicicletta è importante! Con l’appoggio della diocesi, che ha ottenuto il finanziamento di un progetto per acquistare biciclette per i catechisti, possiamo offrire ai coordinatori dei villaggi questo piccolo mezzo di trasporto, che serve per visitare le famiglie e gli ammalati, per avvisare quelli che abitano nelle comunità più distanti dal centro e per partecipare degli incontri.
Um giorno sono rimasto ammirato quando ho visto arrivare José Muako, un catechista di uma comunità distante 80 km dalla città: aveva fatto 9 ore pedalando, e su una strada piena di buchi, per arrivare al centro della parrocchia a prendere i materiali necessari per la catechesi!
Um altro giorno è arrivato Isaías, un altro catechista, portando la sposa e il piccolo figlio nella bicicletta. Aveva bisogno di una visita medica nella città: ha impiegato di un giorno e mezzo per venire e un giorno e mezzo per ritornare a casa!
Anche le biciclette, qui, sono molto importati per evangelizzare e per fare carità...


ABELE, IL COSTRUTTORE DI PONTI
Ritornando da un viaggio siamo andati a cercare Abele, il costruttore di ponti in legno, per sapere della sua disponibilità a realizzare un’altra opera (la guerra ha distrutto tutti i ponti e adesso bisogna ricostruirli). Abbiamo incontrato Abele e la sua sposa ammalati e, nella povera capanna, i 6 figli tristi. Li abbiamo invitati ad venire al centro medico “Sig. Zatti” (che è della parrocchia, ma che è stato costruito e funziona con l’appoggio del VIS – organismo di voluntariato internazionale italiano, legato ai salesiani).
Il giorno dopo Abele, assieme alla sposa e a due figli piccoli, sono venuti per farsi visitare e a ricevere alcune medicine; dopo aver pranzato nella parrocchia, li ho portati di ritorno, fino alla loro povera capanna, a 20 km de distanza. Adesso Abele sta meglio e lavora. Speriamo che si fortifichi per continuare a costruire ponti e così unire le comunità e facilitare le comunicazioni...


MESE DELLA DONNA
Marzo é il mese della donna, qui in Angola, perchè, oltre al giorno internazionale della donna, si celebra anche il giorno della donna angolana. Ho trascorso l’otto di marzo visitando una povera comunità, formatasi da poco tempo, che si trova a quasi 50 km di distanza dalla città, assieme a 3 catechisti e 4 signore della PROMAICA (che é la pastorale della donna qui in Angola). L’accoglienza é stata molto bella, come sempre in queste comunità perdute nella foresta, come anche la celebrazione. C’erano 80 bambini e piú di 80 adulti, in una piccola cappella di pali e di paglia! Dopo la celebrazione ci siamo riuniti con i catechisti per sapere come andava la vita dellla comunità, mentre le signore si sono incontrate con le donne per riflettere sulla loro situazione e dare alcuni orientamenti. Uno dei più gravi problemi è la mancanza di una scuola che atenda a tanti bambini che vivono in questa comunità!
Per il pranzo, tutto il gruppo è stato invitato, con la più grande allegria, nella casa del catechista: ho sentito un po’ si difficoltá ad entrare e a servirmi di quello che c’era sulla tavola, sapendo che tante mamme e tanti bambini, lá fuori non avevano diritto a niente in questa comunità! Speriamo che possiamo sensibilizzare di più la società sulla situazione della donna e dei bambini...


IL PIÙ ANZIANO DELLA COMUNITÀ
A metà di marzo, com l’arrivo del direttore, che ha passato tre mesi in India visitando i suoi familiari, la nostra comunità salesiana è adesso al completo.
Siamo 6 salesiani: don Jojo, il direttore della comunità che è anche il parroco; don Alfredo (2 anni di ordinazione sacerdotale) direttore della scuola, vicario della comunità e coordinatore della pastorale giovanile della diocesi; don Benedetto (ordinato prete all’inizio di febbraio) che accompagna la pastorale scolastica e l’animazione giovanile e vocazionale; il Sig. Gastone (argentino) è l’economo, direttore della scuola di alfabetizzazione degli adulti e del centro di formazione professionale; Felice, giovane salesiano tirocinante, coordinatore disciplinare nella scuola; e io, che ho l’impegno di visitare e accompagnare le comunità rurali.
Tutti sono giovani, o sotto i cinquant’anni: io sono il più anziano della comunità! Non mi è mai successo uma simile esperienza! Spero almeno di dare un buon esempio, come salesiano, come sacerdote e come missionraio...


DOMENICA DELLE PALME
L’anno scorso, la domenica delle palme, ero a Roma, in piazza San Pietro, assieme al Papa e a uma grande folla di fedeli. Quest’anno ho cominciato la settimana santa lontano dalla città, nelle comunità rurali. Ho partecipato della processione delle palme, seguita dalla messa, in tre comunitá differenti.
Nella prima celebrazione, a Sassa (um bel e povero paesetto, vicino a un fiume), abbiamo dovuto improvvisare tutto, perchè la comunità è molto distante ed è difficile mandare avvisi. Così, quando sono arrivato sabato pomeriggio, dopo aver invitato tutti a prendere un ramo dagli alberi, abbiamo fatto la processione in mezzo alle capanne (penso che non era mai successo in quella comunità) e abbiamo concluso con la celebrazione dell’eucaristia nella cappella di paglia.
Nella seconda comunità, in Cangumbe, i giovani, che erano venuti com me, hanno abbellito la chiesa con grandi rami verdi (quella tutta deteriorata, senza porte e finestre, della festa di San Giuseppe): é venuta così bella che não sembrava più la chiesa di prima! Abbiamo fatto anche una vigilia, alla notte, alla luce di candela e di torce! Solo che alla domenica mattina é caduta una pioggia così forte e prolungata che non ha lasciato nemmeno uscire! La celebrazione é stata fatta tutta in chiesa, ma è stata bem partecipata!
Nella terza comunità, in Chikala, sono arrivato al pomeriggio della domenica: la comunità aveva preparato tutto con molta attenzione, e aveva anche aperto e ornamentato un cammino speciale per la procesione. Meno male che qui il tempo ci ha lasciato fare tutto e bene.
Per me è stato un inizio meraviglioso della settimana santa, insieme alla gente semplice e a molti bambini: come quelli che avevano accolto Gesù nell’entrata trionfale di Gerusalemme!

SPERANZE DI PASQUA
Arrivando Pasqua ho pensato: “Che cosa posso desiderare a me e a tutti gli amici e amiche, dopo questa esperienza quaresimale in terra angolana?”



Che il Cristo Ressuscitato sia il nostro unico Signore;
che la Vita e la Grazia trionfino sempre sulla morte e il peccato;
che la certezza della Pasqua ci fortifiche nella camminata, anche nei momenti difficili;
che il comandamento dell’Amore sia vissuto con più impegno da tutti noi;
che la Speranza non lasci quelli che portano la croce del soffrimento e della povertà;
che l’esempio di Gesù, che è venuto per servire e dare la vita, sia il nostro ideale;
che la condivisione dei beni cresca tra le nazioni e i popoli;
che l’Acqua della Vita nuova scaturisca ininterrottamente dal fonte battesimale;
che la luce della notte pasquale e della Fede nel Risorto illumini tutti gli uomini.