5 febbraio 2009

DIARIO DALL' ANGOLA - 1


DAL BRASILE ALL'ANGOLA


29-01-2009
LASCIARE TUTTO
A Recife sono salito sull’aereo tranquillo e, direi, felice, dopo aver salutato i salesiani e gli amici nell’aeroporto. Stavo per cominciare uma nuova avventura, nell’Africa. Quando, però, l’aereo ha cominciato a decollare, alzandosi dal suolo, mi è venuto in mente tutto quello che lasciavo: Il Brasile, uma ispettoria salesiana, molte iniziative, tanti giovani e molti amici conosciuti in quasi 18 anni di lavoro nel nord est.
Mentre le luci si distanziavano sempre di più, alcune lacrime hanno cominciato a scendere dai miei occhi, pensando a tutto questo. E io, solo, andando incontro a um altro destino!
In quel momento mi ha confortato la motivazione della mia scelta, perchè essere missionário è aver coraggio, anche, di lasciare tutto per seguire Gesú e cominciare a percorrere le nuove strade che Lui indica!


30-01-2009
LE MIE DUE UNICHE VALIGIE
Con il desiderio di preparare bene le uniche due valigie che potevo portare in Angola, ho dedicato molto tempo al lavoro di scelta, lasciando giù molte cose (non ci stava, dentro le due valigie, tutto quello che avevo!) per metterci dentro quello che era più importante e interessante!
Quando, però, ho fatto il biglietto a Recife, non mi hanno lasciato, de nessuna maniera, mandare le due valigie a Luanda. E se volessi, avrei dovuto pagare più di 1.000 dollari! Povero me!
L’unica soluzione fu di mandarle fino a Lisbona, per vedere quello che avrei potuto fare in seguito, sperando che la Provvidenza di Dio mi aiutasse.
La mia allegria é stata grande allo sportello della TAP quando ho saputo che avrei potuto continuare il mio viaggio con le uniche mie due valigie, e senza pagare niente in più!


31-01-2009
REGALO DI DON BOSCO
Alle ore 7 e 15 del mattino del giorno 31, l’aereo é atterraro in suolo africano. Subito ho chiesto l’intercessione di Maria Ausiliatrice e di Don Bosco, nel giorno della sua festa, perchè la mia esperienza missionaria salesiana fosse benedetta e protetta.
L’accoglienza fraterna di don Filiberto, ispettore dell’Angola, mi ha fatto, subito, sentire partecipe di questa nuova terra: “Tu – mi ha detto – sei il più bel regalo di Don Bosco, in questo giorno”.
Abbiamo celebrato l’eucaristia di uma maniera molto semplice, nella cappella della casa ispettoriale, ricordando Il nostro Fondatore e pregando per il buon sviluppo della missione salesiana in tutto il mondo.


01-02-2009
UNA CHIESA VIVA
Nella prima domenica in terra angolana, ho participato di uma bella celebrazione nella comunità di Mbondo Chapé, alla periferia di Luanda, dove 30 giovani universitari, animati dai salesiani, stavano terminando una settimana di animazione e di visita nelle case.
Qui non c’è una chiesa, ma un terreno con un piccola tettoia. Ho visto arrivare piú di 800 persone da dove non pensava: venivano da case povere e distanti, percorrendo strade di sabbiam sotto un sole forte, ma tutti vestiti a festa, allegri e felici.
E, mentre si svolgeva la messa, ho sentito uma grande vibrazione e uma profonda partecipazione, soprattutto attraverso i canti e le danze.
È stata per me La scoperta di uma chiesa Che as vivere e crescere in mezzo alle difficoltà: non una chiesa di muri (perchè la tettoia non aveva pareti, nè banchi o sedie per sedersi), ma una chiesa viva, formata da um popolo che canta e spera da Dio la sua salvezza.


FAMIGLIA SALESIANA
Al pomeriggio di questa domenica, più di 200 persone, appartenenti ai vari gruppi della Famiglia Salesiana, specialmente alla Associazione di Maria Ausiliatrice - ADMA (ma anche Salesiani, Filglie di Maria Ausiliatrice e Cooperatori), si sono riuniti nel cortile della chiesa di San Paolo (parrocchia del centro di Luanda, animada dai salesiani), per ascoltare la Strenna del Rettor Maggiore, presentata da don Gino Favaro, vicario inspettoriale.
Qui in Angola si percepisce l’entusiasmo della Famiglia Salesiana nel lavorare per los tesso ideale di Don Bosco e essere, veramente, un grande movimento a servizio della gioventù.


02-02-2009
QUARTIERE ‘SPAZZATURA’
Chi volesse sapere che cos’è uma ‘favela’ (i nostri bassifondi) ou vedere la grandezza delle ‘favelas’ dell’Africa, deve visitare il quartiere della ‘Lixeira’ (che vuol dire spazzatura – il nome giá dice tutto!), vicino al porto di Luanda. Io non ho mai visto uma situazione simile, neanche mettendo insieme tutte le ‘favelas’ di Recife (la più grande città del nordest del Brasile)!
Qui c’è il più grande mercato al mondo e la peggiore condizione di vita (perchè utlizzano solo bancherelle, senza una minima struttura: immaginate la qualità di quello che è in vendita!)
Um salesiano mi ha detto: “Dopo Il niente, c’è ancora il quartiere della Lixeira!” Penso che riesce a dare l’idea della situazione in cui vivono 500.000 persone, per la maggior parte giovani!
In mezzo a questa povertà ‘generalizzata’, una comunitá salesiana, formata da quattro religiosi, appoggia e sostiene quasi 20 centri – tra cui una scuola di 6.000 alunni -, insieme a più di 800 collaboratori laici.
Varie organizzazioni internazionali hanno aiutato, e continuano ad aiutare questo lavoro; molti volontari sono passati per di qua; in questi giorni è arrivata una famiglia-volontaria argentina (papà, mamma e quattro figli), un piccolo segno di speranza per i bambini e i giovani che abitano nella grande e dimenticata ‘Spazzatura’.



PRIME IMPRESSIONI
Le prime impressioni dell’Angola sono di um popolo allegro, attimista, che sta lavorando per ricostruire la nazione, logorata da trent’anni di guerra civile, con molti giovani che stanno sperando qualcosa di buono...
La situazione econômica, però, è molto più difficile, in generale, che nel nordest del Brasile: Quasi non esiste produzione locale, non ci sono fabbriche, il commergio è, quasi totalmente, informale. Il costo della vita é altissimo, perchè tutto è importato!
La capitale, Luanda (6 milioni di abitanti), possiede quase metà della popolazione di tutto il paese (13 milioni), per causa della fuga dalle campagne nel tempo di guerra, e 70% di questa popolazione vive in situazione critica, nei bassifondi o quartieri senza le minime strutture (acqua, fognature, luce, scuole...)
La città si presenta così: piccole case, molta gente sulle strade (andando o vendendo), molta polvere dappertutto, viali sempre intasati di macchine, poche strade asfaltate, appartamenti poco conservati... Le sfide sono molte, ma si nota anche una buona collaborazione e un grande entusiamso e questo aiuta a affrontare e superare molti ostacoli e difficoltà.
Que “Mamma Muxíma” (che vuol dire “Mamma del cuore” - così è invocata qui la Madonna e Lei è la patrona di questa ispettoria salesiana), mi aiuti a conoscere sempre meglio questa nuova realtà e ad amare i giovani che incontrerò con la stessa passione di Don Bosco.