20 dicembre 2009

NATALE 2009

COME SARÀ IL NATALE?

Iniziando l’avvento, mi sono chiesto:
come sarà il primo Natale qui in Angola?
Como sarà il Natale per questa gente?
Non ho risposte, ma…
So che sarà molto povero,  
forse come nei giorni del primo Natale.  
So che sarà molto semplice,  
certamente senza luci, nè alberi di natale. 
So che non avrà molti cibi,  
come nelle case di molta gente. 
So che vedrò molte famiglie cambiando di casa,  
come hanno fatto Maria e Giuseppe. 
So che molti andranno a lavorare quel giorno,  
porque non sanno neanche che è il giorno di Natale. 
So che incontrerò molti bambini appena nati,  
come nella grotta di Betlemme. 
So che poche persone porteranno regali ai bambini di qua,  
come hanno fatto i Magi. 
So che ancora molti innocenti moriranno,  
come al tempo del re Erode. 
So che mi ricorderò di molti natali pagani,  
come è successo quando è nato Gesù.
Per questo, con certezza, annuncerò  
la nascita di una speranza per tutti,  
come l’angelo ai pastori: “Io vi anuncio una grande allegria…  
È nato per voi il Salvadore, Cristo Gesù”! (Lc 2,10-11)

5 dicembre 2009

DIARIO DALL' ANGOLA - 11


UN NUOVO “RALLY”

Desidero condividere un altro “rally della missione”, nella terra di Moxico, est di Angola. Nella prima parte di questo nuovo viaggio missionario mi hanno accompagnato quattro giovani della parrocchia (Laurindo, Clementino, Garcias, Clementina), una suora salesiana (Sr. Irene) e due volontarie uruguaiane (Flavia e Maria Josè), ma mi piacerebbe che molti altri potessero partecipare di queste avventure... 


Km 250 – CASSAMBA CRESCENDO
Dopo aver passato un pomeriggio preparandoci, alle 6 del mattino del giorno 29 di ottobre siamo partiti in nove persone, con due “toyota” pieni di materiale, per realizzare una nuova missione a Cangamba (parrocchia che ci è stata affidata, finchè la Diocesi non incontra qualcuno che l’assuma), nel comune di Luchazes (42.000 Km quadrati). In 5 ore di viaggio, per una strada abbastanza buona, siamo arrivati a Cassamba, dove abbiamo celebrato la messa, ben accolti dalla comunità. Questo paesetto era abbastanza isolato, ma adesso, con un ponte nuovo, è diventato un luogo di passaggio obbligatorio per andare al centro del comune. Anche la comunità cattolica, che è abbastanza nuova, sta crescendo religiosamente e nei gruppi 


Km 340 – ENTUSIASMO PER L’ARRIVO A CANGAMBA
Alle ore 15 ci siamo rimessi in strada: da adesso in avanti, fino alla fine del viaggio, non sarebbe stata più di asfalto, ma solo di sabbia! Già nei primi chilometri abbiamo incontrato alcune difficoltà e abbiamo dovuto tagliare alcuni alberi per aprirci la strada, ma dopo è stato più facile: solo la pioggia ci ha accompagnato. Siamo arrivati a Cangamba alle 18. É impossibile descrivere l’allegria e la festa per accoglierci: tutta la comunità ci stava aspettando! Siamo entrati in chiesa (che si è riempita) per salutare, presentare gli animatori e annunciare il programma della visita: messe, incontri di formazione per i giovani, oratorio per i bambini e gli adolescenti, visite alle comunità... Il poco che si riesce a dare, visitando questa comunità distante, sembra produrre molti più frutti di quello che si pensa! 


Km 425 – TEGOLE PER LA CHIESA
Il venerdì, alle 7, siamo partiti per Cangombe (con i due “toyota” e altre otto persone della comunità), per portare 35 tegole di alluminio per la costruzione della nuova chiesetta, ma, soprattutto, per dare forza alal comunità che vive distante di tutto e di tutti. Non avevamo mandato nessun avviso, ma abbiamo incontrato tutti, come se sapessero del nostro arrivo. Dopo una semplice accoglienza, abbiamo celebrato l’eucaristia. In seguito, i giovani hanno animato i bambini con canti e giochi. Nel viaggio di ritorno ci siamo fermati in due comunità (Caveva e Cocoi), per fare un momento di preghiera e per dare una benedizione ai fedeli. 


Km 515 – GIOVANI, BAMBINI E ALLEGRIA SALESIANA
Alla sera, nella chiesa di Cangamba, strapiena di gente, abbiamo rivisto il film “Fátima”. Il principale obiettivo del viaggio era realizzare un incontro di formazione per i giovani e organizzare un poco di oratorio per i ragazzi: sabato, domenica e lunedì siamo riusciti a fare tre mattinate di studio e riflessione (per circa 30 giovani) sulla spiritualità giovanile salesiana e sulla maniera salesiana di educare, e tre pomeriggi di giochi e molta animazione (per più di 150 ragazzi e adolescenti). Vari giovani della comunità, dopo la formazione, hanno aiutato nell’oratorio. Domenica mattina c’è stata la messa di tutti i Santi e, sia i ragazzi come i giovani, hanno partecipato con entusiamo. Tutto ha contribuito per vivere la frase di Domenico Savio, ispirata da Don Bosco: “Noi qui facciamo consistere la santità nello stare molto allegri!”  


Km 530 - COMUNITÀ DEI KAMUSSEKELE
Domenica pomeriggio, com alguni catechisti e giovani, sono andato nella comunità di Cissala 2, percorrendo un’ora di strada a piedi dopo aver fatto 15 km di automobile. Siamo arrivati in un piccolo villaggio, ma molto bem organzizato, dove vivono alcuni discendenti dei primi abitanti di questa regione dell’Angola, della tribù dei Kamussekele, di fisionomia più simile a quella degli asiatici che non a quella dei popoli che abitano sotto il Sahara. Abbiamo celebrato l’eucaristia, fatto un piccolo spuntino (biscotti e refrigerante freddo: cose difficili da incontrare in questi posti!) e siamo ritornati già all’ora del tramonto, contenti per aver potuto conoscere anche questa comunità. 


Km 545 - MESSA DEI DEFUNTI
Abbiamo cominciato il giorno 2 com una processione fino al cimitero e una messa in suffragio dei defunti. Non essendoci posto nel “nuovo” cimiterio tutto disorganizzato (perchè il “vecchio”, ancora bem organizzato e com i muri, non è più usato a causa di possibili mine), abbiamo celebrato sulla strada. Durante la messa abbiamo pregato specialmente per quelli che sono morti durante la lunga guerra civile che qui è stata molto dura. Ritornati alla missione, abbiamo continuato la formazione dei giovani e l’animazione dei ragazzi. Alla sera, in chiesa, dopo la recita del rosario e la presentazione di alcune danze, abbiamo proiettato le foto delle attività realizzate nei tre giorni. 


Km 625 – NUOVE STRADE
Il giorno 3 di novembre ci siamo salutati con una messa e, alle 10 del mattino circa, abbiamo cominciato il nostro viaggio di ritorno. Un “toyota” (con gli animatori) é tornato a casa, a Luena, e l’altro (com me, un catechista e altri due giovani che avevano bisogno di un passaggio), ha continuato il viaggio per visitare altre comunità. Tra i due “toyota” ci siamo mantenuti in contatto via rádio: solo che, mentre gli algri percorrevano 50 km/h, io e i miei compagni ne facevamo solo 10! La strada era difficile: in alcuni punti abbiamo dovuto aprire nuovi cammini per riuscire ad andare avanti; varie volte abbiamo dovuto tagliare alberi caduti sulla strada; altre volte siamo rimasti impigliati in tronchi! La notte avanzava e non avevamo certezza neanche di dove andare... 


Km 660 – UN VILLAGGIO PER DORMIRE
Alle 11 di notte abbiamo trovato il primo villaggio, chiamato Sacanguenha, dopo 115 km, percorsi in 13 ore! Ci siamo fermati per dormire, dentro la macchina. Io ho scelto un “buon” posto, nella parte posteriore, in cima a tutte le cose (generatore, pentole, alimenti, ferramenta...); gli altri tre hanno dormito sulle poltrone! Al mattino, quando abbiamo chiesto la direzione del cammino, abbiamo scoperto che avevano percorso circa 20 km in più: rifacendo la strada, abbiamo costatato che sarebbe stato impossibile, la notte precedente, riconoscere il bivio, tanto era difficile, o meglio, sparito! Prima di partire abbiamo fatto una preghiera, assieme ad alcuni ragazzi e alcune donne protestanti, porchè non c’era in quella comunità nemmeno un cattolico! 


Km 730 – UN’ALTRA COMUNITÀ, SENZA VOLERE
La strada, però, riservava altre difficoltà. A mezzogiorno circa, siamo arrivati a un crocicchio: per dove andare? Abbiamo provato diritto, per la strada che sembrava migliore: siamo arrivati in mezzo a un bosco senza uscita. Tornati indietro, siamo andati a destra, nella seconda miglior strada: senza volere, siamo arrivati a un villaggio, di nome Sayotana, che nessuno pensava di visitare! Dopo alcuni saluti, ci hanno condotto nella chiesa protestante, perchè bem preparata (mentre la cappella cattolica era senza tetto e piena di erbe!). Dopo aver proposto alla comunità di celebrare la messa nella nostra chiesetta, così come era, tutti si sono diretti lá (anche i protestanti!). Mi sembra che è stata la mano di Dio che ci ha condotti in questo villaggio, per dare forza ai pochi cattolici affinchè continuino fedeli all’impegno assunto nel battesimo! 


Km 805 – TEMPUÉ ASPETTANDO
Com l’aiuto di un giovane del posto (che ha anche approffitato per levare un secchio di miele) siamo ritornati al crocicchio, con l’intento di andare a Tempué (era l’unica strada che ancora non avevamo sperimentato!!!). Arrivammo, senza molte difficoltà, alle ore 18, quando stava facendosi notte. La gente ci accolse con allegria, perchè erano tre giorni che ci aspettavano (ancora nel mese di settembre, avevo promesso di ritornare ai primi di novembre...!). Dopo aver raccontato le peripezie e i soffrimenti dei due giorni di viaggio, siamo andati nella casa preparata per accoglierci. Prima di dormire ci siamo preparati una minestra, approffittando dei viveri che ancora avevamo nel “toyota”: quello che avevo portato via da casa (e i pani che avevo fatto cuocere a Cangamba) ci hanno sostenuto nel viaggio, perchè sarebbe stato difficile incontrare qualcosa da mangiare in questi “arrivi improvvisi”.  


Km 860 – BELLEZZE NATURALI
Il giorno dopo, ci siamo messi subito in macchina per visitare due comunità, distanti più di 90 km. La strada, abbastanza buona, percorreva una valle molto bella, piena di pianure e di piccole colline, lungo fiumi ricchi di acqua. Ci siamo fermati anche a vedere una piccola cascata. In questo periodo dell’anno la natura è ancora più bella, perchè siamo nel periodo delle piogge (sono sei mesi in continuazione, da ottobre a marzo). Mentre osservavo le bellezze di questa regione, pensavo al Cantico delle Creature di San Francesco e lodavo il Signore, con tutto il creato... 


Km 900 - DISTANTI, MA VIVI
Lunhonde e Acampamento sono due comunità distanti dal centro della parrocchia e dove la nostra presenza è difficile. Arrivato nella prima comunità, assieme ad altri otto animatori, subito sono rimasto un poco desanimato perchè, non avendo inviato nessun avviso, la maggior parte delle persone stava nei campi. Però, essendo vicini, è stato facile chiamare la gente e riunirli nella chiesetta per la celebrazione eucaristica. Alla fine mi sono rallegrato nel vedere una comunità viva e solida. Di ritorno, ci siamo fermati nell’altro villaggio, Accampamento, dove già avevamo lasciato um avviso passando al mattino. È stata la prima messa di quella comunità, perchè nessun missionario vi aveva ancora celebrato: tutti sono rimasti contenti! Abbiamo finito che già era notte.  


Km 995 – AGGIUSTARE LE RUOTE
Como all’arrivo in Tempué, nella notte precedente, avevamo bucato la seconda ruota di scorta, è stato necessario aggiustarle per il viaggio di ritorno. Non è stato facile incontrare chi avesse un poco di pratica perchè, in questo paesetto, quasi non arrivano macchine. Con un poca di pazienza, però, e i consigli di tutti, siamo riusciti a riparare le ruote, sopratutto grazie al materiale che avevo com me (chiavi, pezze di riserva, colla, carta vetrata, motore per l’aria...)! È stata una festa anche per i ragazzi presenti, che guardavano tutto con molta curiosità: ne ho approffittato per insegnare il “gioco dell’igiene”, apprendendo così alcune nozioni per la salute... 


Km 1.025 – VISITA A UNA COMUNITÀ PROTESTANTE
Terminato di aggiustare le ruote, a mezzogiorno, siamo andati a visitare il villaggio più vicino a Tempué, a 30 km, dove abitano solo protestanti. Siamo stati accolti bene. Siccome c’erano con me alcuni giovani del corale, abbiamo presentato alcuni canti; anche il corale della comunità cantò alcune musiche. Abbiamo dialogato sulla convivenza tra cattolici e protestanti ed abbiamo fatto amicizia, aprendo la porta per un prossimo incontro... Di ritorno a Tempuè ho celebrato l’eucaristia: è stato il momento più importante per dare forza alla comunità, ancora debole e “povera” di iniziative pastorali... In seguito abbiamo assistito ad alcuni montaggi sulla nostra parrocchia e alle foto del viaggio, fino alle 10 di sera: tutti sono rimasti contenti! 

Km 1.055 – VIAGGIO DI RITORNO
Sabato 7, dopo aver celebrato la mesa a Tempué, come saluto alla comunità, ho cominciato il viaggio di ritorno, assieme ad un signore che chiese un passaggio fino a Luena. Mi sono fermato in quattro comunità, già conosciute e visitate in altre occazioni, per salutare, pregare, sapere come stavano e benedire. Sono arrivato alle dieci di sera a Cangonga, dopo 12 ore di viaggio e 220 km di strade piene di buche e ostacoli. Qui mi aspettava il catechista Adriano, che aveva passato 15 giorni in missione, visitando, di bicilcetta, varie camunità della regione. Subito abbiamo organizzato il dormire, stanchi del viaggio. 


Km 1.275 – ANNIVERSARIO DELL’ORDINAZIONE
Domenica 8, mi sono svegliato pronto per la celebrazione dell’eucaristia: era l’anniversario della mia ordinazione sacerdotale (29 anni fa)! Pur avendo avvisato giorni prima, nessuno si ricordó della data, né preparó qualcosa (neanche l’acqua per il caffé al mattino)! Io, però, ho celebrato come se fosse la festa più bella, per questa gente così povera e esclusa, ma amata dal Padre! Ho celebrato come se fossi dentro di una cattedrale (la chiesa non ha neanche il tetto!), ringraziando Gesù che mi ha chiamato al ministero sacerdotale! Ho celebrato chiedendo allo Spirito Santo di continuare a dar forza a tutte le comunità che ho incontrato e incontrerò! Terminata la messa, dopo una breve riunione con il consiglio della comunità, ho pranzato (meno male che avevo ancora un poco di spaghetti di salsicce!), con i due compagni di viaggio. 


Km 1.420 - ARRIVO
Com altre 4 ore di viaggio, sono arrivato in casa, a Luena. Gli ultimi 150 km sono stati tutti di ringraziamento a Dio per il viaggio e per le persone incontrate. Mi ricordavo delle varie comunità, delle celebrazioni realizzate, degli impegni dei catechisti, dei canti e delle danze, dei lavori delle donne, della formazione dei giovani, dei visi dei bambini, della bellezza del creato, della semplicità della vita, del coraggio sulla strada, dell’allegria nell’accoglierci... Sono arrivato stanco, ma, ancora, con più volontà di accompagnare questi cattolici nel vivere la sua fede. 


FORMAZIONE PER I CATECHISTI
Non avevo ancora recuperato le mie forze e giá avevo un altro impegno, a 70 km, dall’11 al 15 di novembre: un corso per i catechisti della regione di Sacassombo (quello che avevo posticipato a ottobre). É andato tutto molto bene: l’accoglienza della comunità, le visite alle tre comunità vicine, le celebrazioni eucaristiche, la formazione dei catechisti, le proiezioni alla sera per la gente... Abbiamo terminato con una processione, una messa solenne e un pranzo condiviso da tutta la comunità di Sacassombo. Ancora una volta ho costatato che è molto importante aiutare i nostri catechisti a crescere nella conoscenza della Bibbia, della Liturgia e della Catechesi. Vedendo como era grande la sete di formazione, mi sembrava che anche la mia stanchezza sparisse! 


UNA TRISTE NOTIZIA
La settimana seguente arrivò la notizia che la sposa del catechista di Cangonga (dove avevo celebrato la messa il giorno 8), si era impiccata pochi giorni prima. Sono rimasto molto triste, perchè era una donna allegra, che sempre ci accoglieva. La domenica seguente (festa di Cristo Re) fui lá per celebrare la messa in suffragio dell’anima di Fatima, per confortare lo sposo e per dare animo alla comunità. Nella predica invitei tutti a capire che potevano esserci dei motivi nascosti in questo gesto (sapendo che aveva avuto un trauma per la morte della mamma avvenuta allo stesso modo; che aveva partecipato in quella settimana del funerale di due persone; che aveva bevuto un poco quel giorno...); soprattutto, li esortei a pregare Gesù, perchè trattasse con misericordia Fatima e non lasciasse di premiare, come Lui stesso promise, i bicchieri di acqua e i piatti di cibo che lei preparò per tutti noi, quando era in vita...