19 aprile 2010

DIARIO DALL' ANGOLA - 14



QUARESIMA E PASQUA 2010


700 KM PER FESTEGGIARE IL CARNAVALE E INIZIARE LA QUARESIMA

Per Il carnevale e l’inizio della quaresima sono andato a Cangamba, a 350 km da dove abito. Assieme a due giovani di Luena, che mi hanno accompagnato nel viaggio e nelle attività pastorali, abbiamo approfittato dei giorni di carnevale per animare i bambini e i giovani. É stata una esperienza così bella che il “nostro” carnevale, il martedì pomeriggio, è stato così animato che non si era mai visto nulla di simile! C’è sta la presentazione di un teatro, giochi, animazione e... molta allegria! Abbiamo terminato la nostra missione il primo giorno di quaresima, con l’imposizione delle ceneri, per iniziare bene la preparazione alla Pasqua. Al pomeriggio del mercoledì delle ceneri abbiamo celebrato in un’altra cittadina, a 90 km di distanza.

ANCHE IL PANE ´AMMUFFITO´ SERVE PER LA FRATERNITÀ
 
In uno dei venerdì di quaresima sono andato a celebrare l’eucaristia in um paesettto a 70 km da Luena, a Sacassombo, ma, siccome mancava Il catechista (che è sempre il punto di riferimento per tutte le cose della comunità), nessuno si è preoccupato del pranzo. Vedendo che c’erano là anche alguni ragazzi senza mangiare, mi sono ricordato che avevo in macchina alcune pagnotte, vecchie di alcuni giorni. Quando sono andato a prenderle, ho scoperto che erano già ammuffite. Ho chiesto se le volevano ugualmete e la risposta è stata subito positiva (così poco è il pane che si vede in quei paesetti)! Dopo aver tirato la muffa, ho fatto la condivisione e, con un poco di acqua, quei pezzetti di pane, in quel posto, sembravano dolcetti!

RESTAURO DELLA SCUOLA E DELLA CHIESA
Dalla fine di gennaio um gruppetto di lavoratori si trova a Cangonga (150 km) per mettere il tetto alla scuola (che è volato via nel mese di ottobre per i forti venti) e per restaurare la chiesa (abbastanza distrutta dalla guerra). La comunità, l’anno scorso, ha raccolto un pochi di soldi, facendo e vendendo carbone, ma chiaramente questo non è sufficente per sostenere le spese dei restauri. Molte persone sensibili e alcune organizzazioni amiche hanno collaborato, con feste e raccolte. Ne ricordo due: una è avvenuta a Verona, nell’Istituto Salesiano San Zeno, con vendita di lavoretti artigianali fatto dal gruppo “Mamma Margherita” e l’altro in Svizzera, attraverso i benefattori della rivista missionaria “Cuore pronto” che sono stati sensibilizzati dalla pubblicazioni di alcuni stralci di questi diari.

UMA VERA FESTA PER SAN GIUSEPPE

Per la prima volta, nella storia della cittadina di Cangumbe è stata fatta una vera festa al Patrono San Giuseppe! Per prepararla ho organizzato un incontro di formazione dei catechisti, prima della festa, chiamando tutti i coordinatori delle vicine comunità. Al mattino siamo andati a visitare e celebrare nei villaggi, al pomeriggio era il momento della formazione e, alla sera, recitavamo il rosario e assistevamo un film religioso, con la partecipazione di molti bambini, giovani e adulti (la chiesa si riempiva tutte le sere). Il giorno 19, giorno della festa, abbiamo organizzato una processione bem partecipata e una celebrazione eucaristica ben animata; dopo la messa abbiamo proposto ai ragazzi e ai giovani dei giochi, preparati da alcuni animatori venuti con me da Luena; il pranzo è stato condiviso tra tutta la comunità; alla fine, siccome era un venerdì di quaresima, abbiamo conluso la giornata facendo la via crucis per le strade della comunità.

BENEDIZIONE DELLA CASA DELLE API
Dal 2008 uma ONG italiana, chiamata Lumbe Lumbe, sta lavorando a Cangumbe com un progetto per gli apicoltori e la produzione del miele, perchè il posto è molto adatto alla produzione di questa sostanza così preziosa. Siccome erano arrivati da pochi giorni alcune persone (tra cui il presidente della ONG, Sig. Italo) per riprendere i lavori della costruzione della “Casa delle api” (che era rimasta paralizzata per alcuni mesi), passando là di fronte con la processione di San Giuseppe, mi è venuta l’idea di benedire la prima pietra di questa nuova opera. È stata una vera pioggia di grazie per questo progetto che beneficiarà con questa nuova struttura questo povero popolo, perchè adesso le cose vanno di vento in poppa!

DIFFONDENDO LA DEVOZIONE A MARIA AUSILIATRICE
Con l’idea di diffondere la devozione a Maria, invocata specialmente com Il titolo di Ausiliatrice dei Cristiani, ho invitato alcune persone del gruppo ADMA (Associazione di Maria Ausiliatrice) della nostra parroccia ad accompagnarmi nei viaggi. La prima missione, con otto mamme, è stata fatta a Kamissamba, un piccolo e povero villaggio a 50 km, il giorno 8 di marzo; la seconda, con due mamme, nel giorno 21, nell’area di Cikala e Saceka, a 30 km; la terza, con tre signore e due uomini, nel primo fine settimana dopo la Pasqua, a Cangonga e Cangumbe (un viaggio di 320 km). Dopo le celebrazioni eucaristiche, le mamme parlavano al popolo, semplice ma attento, sull’importanza della devozione alla Madonna e del Rosario. In tutte le comunità, alcune persone (uomini e donne) si sono messi a disposizione per far nascere nuovi gruppi di ADMA.
 
L’ANNUNCIAZIONE IN UN VAGONE DEL TRENO
Era il giorno dell’Annunciazione del Signore, ma l’annuncio della mia venuta e della celebrazione dell’eucaristia non era arrivato alla comunità di Cacipoke. Cosa fare? Siccome in quel posto (dove c’era prima della guerra una stazione lungo la ferrovia) si trovano vari vagoni del treno bombardati, non è stato difficile sceglierne uno como locale per la messa e, per chiamare le persone vicine, mandare i catechiesti che mi avevano accompagnato; più lontano sono andato in macchina. Dopo un’oretta di tempo il vagone era pieno. Mentre celebravo la messa pensavo alle parole del prologo del vangelo di Giovanni: “È venuto tra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto; ma a quelli che l’accolsero ha dato il potere di diventare figli di Dio” (Gv 1,11-12).

INSETTI PER IL PRANZO
Tornando a Mulalu (dove stava svolgendosi l‘incontro dei catechisti) ho visto tre bambini, spuntare all’improvviso dalla foresta com uma bacinella, e fare l’autostop. Quando sono arrivato al villaggio mi sono incuriosito per sapere che cosa ci fosse dentro la bacinella: erano dei grandi insetti per il pranzo di quel giorno! Ancora maggiore è stato il mio desiderio di conoscere la famiglia di questi bambini. Sono diventato amico di Iano e Didi, due fratelli intelligente, che mi hanno condotto a vedere la loro casa, dove avevano un’altra sorellina, Lidia. Sono rimasto impressionato nel vedere come questi bambini diventano rapidamente indipendenti, a causa delle situazioni familiari e alla necessità di sopravvivere!

SETTIMANA SANTA A CANGAMBA
Ho passato la settimana di Pasqua a Cangamba (350 km da Luena). Le celebrazioni del triduo pasquale sono state semplici e molto partecipate: il lava-piedi, alla sera del giovedì santo, com adorazione eucaristica alla fine della messa; la via crucis, al mattino, e la celebrazione della passione e morte di Gesù, al pomeriggio del venerdì santo; la vigilia pasquale, nella notte del sabato santo. Il mattino della domenica de Rissurrezione c’è stata una bella processione e, subito dopo, una messa solenne, con molte danze e canti. Durante questi giorni due volontarie uruguaie hanno animato i giovani, reflettindo con loro sulla Pasque e gli impegni di un cristiano.

“HA FAME”
La via crucis del venerdì santo è avvenuta al mattino, attraversando la cittadina di Cangamba. A un certo punto ho sentito che un bambino non smetteva di piangere. Mi sono avvicinato e ho chiesto alla mamma che cosa avesse: “Ha fame”, mi ha risposto subito. Ho accompagnato il bambino nella casa della misisone e gli ho dato una pagnotta con marmellata: è rimasto contentissimo! Mentre mangiava ho pensato a tanti bambini che continuano le sue vie crucis, soffrendo per la mancanza di cibo, di acqua, di medicine, di educazione: sono i “Gesù” di oggi che continuanao a gridare, come Lui sulla croce: “Ho sete”!

LA FESTA DELLA PASQUA
Dopo la vigilia Pasquale, i giovani hanno continuato a cantare e danzare in chiesa, pieni di allegria per la ressurrezione: sembrava um festival per Gesù! È stato tutto molto spontaneo e bello: uno o l’altro prendevano il megafono (che avevo portato con me) e animavano gli altri. Tutti cantavano e danzavano! Le musiche erano tutte religiose e le danze fatte in gruppo. Dopo 3 ore di animazione, ho distribuito un bicchiere di latte caldo a tutti, pensando che avessero voglia di andare a casa. Quando ho chiuso le porte della chisa, si sono seduti fuori e hanno continuato a celebrare la pasqua fino al mattino!

OGGETTI SACRI “ARTIGIANALI”

A causa della mancanza di oggetti religiosi nella chiesa di Cangamba (che è stata centro di uma terribile battaglia tra le truppe cubane e sudafricane), ho pensato di fare qualcosa per rendere le celebrazioni liturgiche più curate e belle. Per il cirio pasquale (che avevo comprato a Luanda) ho chiesto aiuto a um amico falegname, che preparò um semplice piedestallo, approffittando come base di uma ruota di camion esploso in um combattimento; come porta fiori, abbiamo utilizzato resti di granata; per il turibolo e l’incenso è stato um poco più difficile, ma siamo riusciti a trovare uma soluzione, com l’aiuto del catechista e degli accoliti: latte, resti di filo elettrico e resina di eucalipto (mescolata a truccioli di legno) hanno risolto i problemi e dato la senzazione di essere in una grande cattedrale!

IN MISSIONE CON 40 PERSONE

Il martedì dopo Pasqua avevo programmato una visita alla nuova comunità di Nzumbi, a due ore a piedi da Cangamba (perchè non c’è strada per le macchine). Nella buona notte del giorno prima, ho lanciato la proposta a chi volesse andare insieme in quel villaggio, per animarlo e mostrare la nostra fraternità. Al mattino seguente sono rimasto sorpreso nel vedere quaranta persone (la maggior parte giovani) pronte per affrontare il viaggio e visitare la comunità. Quando siamo arrivati, siamo stati ben accolti: sia nella chiesetta (che non è ancora costruita, ma ha banchi per sedersi), sia nelle case (gli abitanti non sono molti, ma prepararono il pranzo per tutti). Molti canti e molta animazione hanno ritmato l’incontro. Alla nostra partenza, al pomeriggio, è apparso un bellissmo arcobaleno: sembrava un segno di quella pace che avevamo vissuto quel giorno!

ACQUA IN TERRA E DAL CIELO

Il mercoledì dopo Pasqua, accompagnato da alcuni catechisti e giovani di Cangamba, siamo andati a Muié, a 110 km. Siccome l’ultimo ponte é rotto, abbiamo dovuto lasciare la macchina e fare due ore a piedi. Penso sia stata la visita più difficile, per causa dell’acqua: per attraversare la pianura e il ponte abbiamo dovuto percorre quasi un chilometro con l’acqua fino al ginocchio; e quando giá ci eravamo asciugati, è venuta una pioggia che ci ha bagnati tutti! Siamo arrivati tutti fradici. Durante la messa la pioggia non smise, ma l’allegria di stare insieme a questi fratelli distante ha riscaldato i nostri cuori e fatto dimenticare tante difficoltà incontrate.

CACCIATORE SENZA VOLERLO

Voltando da Muié per Cangamba, quando giá era notte, mentre recitavamo il rosario, abbiamo sentito una botta sulla macchina. Ci siamo fermati, siamo scesi e abbiamo guardato: una gazzella, che voleva attraversare la strada sentindo la macchina arrivare, ha battuto molto forte ed è caduta in terra, abbastanza ferita. I giovani gli diedero il colpo fatale, felici per aver ricevuto gratis tanta carne! Avevamo corso dietro a varie gazzelle in quella pianura, ma non ne avevamo raggiunta nessuna, perchè sono molto agili e saltano. Anche quel giorno, venendo alla mattina, ne avevamo incontrato alcune: solo mancava essere cacciatori senza volerlo!

LA PICCOLA ANNA
Nella cittadina di Cangamba vive uma bambina di 10 anni di nome Anna (che io chiamo famigliarmente Annetta). L’ho conosciuta a Natale, quando la sposa del catequista, la signora Fatima, l’ha invitata a fargli compagnia per la mancanza del marito; ma quando egli tornò, a causa della povertà della famiglia e della bontà della bambina, Annetta ha continuato a vivere nella casa della missione (dove abita la coppia e dove sono ospitato anch’io e gli altri animatori, quando andiamo là). Alla fine febbraio la mamma di Anna ha dato alla lucce a un altro figlio. Anna sta imparando molto con questa nuova famiglia e cresce nella disponibilità e nel servizio.

“FINO AGLI ULTIMI CONFINI DEL MONDO” 
Dopo avere vissuto tutto un anno, qui nell’est dell’Angola, solo preoccupato a visitare i villaggi e com la disponibilità di una macchina per la missione, ancora scopro nuove comunità che non conoscevo. Il fatto è che il territorio che devo attendere è così vasto (circa 75.000 km2) e difficile (mancanza di strade e di ponti), che sempre si trovano nuovi villaggi! Alle volte mi sembra impossibile accompagnare tutte queste comunità, ma dopo mi ricordo delle ultime parole di Gesù ai suoi discepoli, prima di salire al cielo: “Riceverete forza dallo Spirito Santo... e sarete miei testimoni... fino agli ultimi confini del mondo” (At 1,8).